La Noia (Eduardo H. Grecco)
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Né la forza di volontà, né gli altri, né il divertimento, né il lavoro curano la noia. La noia non è un destino, è il risultato della sensazione che ti manchi la forza per goderti la vita. E, allo stesso tempo, è una dipendenza dalla novità.
Nel tedio c'è una condizione interiore in cui l'assenza di uno scopo vitale porta a una mancanza di significato dell'esistenza, da qui l'implicazione di WILD OAT in questo affetto. Nella noia, d'altra parte, c'è una sorta di debolezza dell'Io che può essere trascesa solo facendosi coinvolgere nel mondo e avventurandosi a poterlo sperimentare. È come se il tedio riposasse sull'anima e sui suoi desideri, e la noia sulla personalità e sui suoi bisogni. Tuttavia, è bello vedere che non è solo HORNBEAM ad essere l'essenza per scacciare la noia.
È necessario identificare il tipo di noia in questione e vedere le essenze appropriate per ogni caso. In questo senso va tenuto conto che per descrivere e livello floreale questa emozione bisogna considerare:
1) il livello di attività mentale della persona su una scala che va dall'inquietudine alla serenità e
2) il gradiente di pessimismo o ottimismo che mostra la sua condotta.
Alcuni tipi di noie da tenere in considerazione sono:
WILD ROSE: che è associata all'indifferenza, al bisogno di isolamento dal mondo, alla sensazione che non ci sia motivo per cui valga la pena interessarsi;
CERATO: si manifesta accompagnato da incertezza in relazione a ciò che dovrebbe fare per lasciarsi alle spalle ciò che sente ed è molto aperto a seguire i diversivi che gli vengono offerti;
VERVAIN: al minimo segno dell'arrivo della noia, comincia a fare cose per evitarne la presenza;
AGRIMONY: utilizza tentativi per nascondere la presenza della noia attraverso modalità come alcol, droghe, sesso, gioco d'azzardo, ecc.
Naturalmente c'è molto di più e potremmo anche considerare come ognuno dei Sette Aiuti abbia imparato ad annoiarsi a modo suo, ma quanto già detto illustra le possibilità che la clinica offre quando si tratta di prescrivere. La noia è un polpo con molte braccia.
La noia non è sempre il risultato della routine, ma appare anche quando questa finisce, proprio mentre la foschia si sta dissolvendo. La persona non ha nulla da fare e affronta la sfida di occupare il tempo che sente lo sta perseguitando. Capita così che OAK o VERVAIN si annoino quando non vedono un compito davanti a loro perché, pensano che, il lavoro è fonte di “…incontri imprevedibili, di rischi, di emozioni, insomma di possibilità per le quali bisogna stare all'erta” . (Umberto Giannini) E, sebbene questa citazione sia più applicabile a VERVAIN che a OAK, dove invece di "incontri imprevedibili" bisognerebbe mettere "responsabilità contrattuali", la questione sta nell'osservare che la routine lavorativa diventa noiosa se diventa una “procedura”, ma che questo può avvenire, allo stesso modo, con un weekend, una vacanza o una relazione.
Qui il termine "procedura" si carica di una connotazione negativa, sebbene, come concetto, si riferisca ai passaggi o procedure che devono essere intrapresi, uno dietro l'altro, per risolvere o arrivare a qualcosa. Ciò implica seguire un processo standardizzato, una condizione affine ad OAK ma non molto risonante per VERVAIN. OAK si sente al riparo nell'universo della "procedura", mentre VERVAIN lo esige per violarlo. VINE dal canto suo è un personaggio abituato alle "procedure" utili, per il successo, per un dialogo produttivo, incontri fruttuosi e risultati: buone parole, buone azioni e buon pensiero. Quindi, per lui, la routine è una strategia di successo e non un peso o un carico. Non ci sono grovigli o labirinti. In questi personaggi c'è però una curiosa circostanza riguardante il tempo libero: quando si trovano di fronte alla disponibilità di non dover fare nulla, la noia diventa un fantasma allarmante e minaccioso. In HORNBEAM, invece, è giustificazione della sua impotenza, a sostegno della sua convinzione di mancanza di forze per affrontare la quotidianità.
Scritti tratti da https://www.facebook.com/eduardohoracio.grecco 9/2021
Liberamente tradotto da Antonella Napoli - Le parti in neretto, i titoli e la formattazione e le immagini non sono dell'autore, ma le ho inserite per una più veloce e scorrevole lettura
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La floriterapia non è una terapia medica, non costituisce diagnosi e cura medica e non la sostituisce in alcun modo. Le essenze floreali non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull'organismo, ma agiscono solo sugli stati d'animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive. Tutti gli esperimenti di autocura, interruzione o di riduzione arbitraria del dosaggio di farmaci prescritti, condotti al di fuori del controllo medico, ricadono esclusivamente sotto la responsabilità di chi li effettua.