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Antonella Napoli
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Il senso di colpa (Eduardo H. Grecco)

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C'è una legge ferrea nella colpa: quanto più grande senti che sia la tua offesa, peccato o violazione, maggiore sarà il tempo che ti ci vorrà per ottenere l'indulgenza. E questa grazia ti costerà molto caro. Il perdono della colpa non è mai gratuito, come i favori di CHICORY. Per un po' ti sentirai come se fossi dietro le sbarre per aver commesso un "crimine", cercando di compensare, in stile PINE, al misfatto che pensi di aver commesso. Ma credimi, la riparazione non basta mai.

Immagina che, come insegna l'arte delle Costellazioni Familiari e la Bibbia, paghiamo ciò che non abbiamo mai commesso. Paghiamo per qualcosa che hanno fatto i nostri antenati. Basta guardare, come testimonianza, il ferito Edipo punito per il peccato di suo padre. Tocca a te compiere un destino ereditato. La credenza che incoraggia questo comportamento è l'assioma che si rimane prigioniero delle sofferenze perché "Nessuno può evitarle se gli dei inviano disgrazie" (Eteocle).
Inoltre, gli eventi che provocano il senso di colpa, molte volte non sono nemmeno accaduti. Così la nostra madre comune e primordiale, Eva, ha mangiato una mela e per questo motivo siamo tutti peccatori. Ma il frutto che si dice abbia morso Eva, facendoci perdere il Paradiso, non sarebbe mai potuto essere una mela per il semplice motivo che, nella regione dove questa storia è stata creata, la mela non esisteva. Questo equivoco ha portato i maestri talmudici a immaginare che potesse essere stata uva o fico il simbolo della tentazione.
 
Ci sono buone ragioni per entrambe, ma la verità è che non possiamo fidarci nemmeno nell'immagine di quello che ha motivato il peccato originale. E, se non è stata la mela, quante altre cose non saranno state. Allora, tiriamo fuori la mela dalla nostra vita e sentiamoci la libertà di vivere senza colpa e responsabilità. Con questo commento vorrei suggerire che la colpa è una frode e più grande è la frode, più ci incatena. La colpa è quindi un dolo ideologico di dominazione instaurato dall'ordine patriarcale.

 
Le nostre figure genitoriali, il cui compito è proteggerci, ci hanno ingannato senza rendersene conto, instillandoci, durante l'infanzia schemi di condanna, per controllarci così dal nostro mondo spirituale. Lungo questo sentiero fu costruito, allora, il sabotatore e giudice interiore che Freud chiamò Super Io. Così, la colpa, si costituisce come una truffa affettiva che ci rende debitori senza aver contratto alcun debito. Ovviamente questa azione genitoriale è stata condotta in modo inconscio ed è il prodotto della ripetizione di uno schema transgenerazionale. Un pasticcio che, anche se non arriva da intenzioni dolose, è molto amaro.
 

C'è un'altra legge ferrea sulla colpa. Risvegliamo negli altri di tenerezza e commiserazione per noi. Questo riflette, insieme all'esistenza di una bassa autostima, una certa quota di manipolazione. Il comportamento CHICORY è qui di esempio.
 
Inoltre, in PINE, c'è una sorta di auto-vittimizzazione che cerca di risvegliare negli altri interesse e pietà. È come se dicessi: poiché non possono amarmi visto che sono peccatore, almeno voglio che gli altri abbiano pietà di me. Frase che è una derivazione dell'infantile: Poichè non potete abbracciarmi, maltrattatemi.

 
Al tempo stesso, però, come conseguenza della colpa (che con il velo della sua nebbia avvolge la totalità della coscienza), nasce la pietà. Man mano che la catastrofe della colpa avanza sull'Io, spesso la persona tende ad aprirsi ad una clemenza illimitata, motivata dal desiderio di risarcire coloro che crede siano state le sue vittime. E lì si uniscono rimorso (PINE), pentimento (HONEYSUCKLE) e odio (HOLLY), in un intreccio dal quale ogni uomo o donna sembra poter fuggire solo attraverso l'espiazione. Questo è un buon motivo per cui, in clinica, vediamo spuntare spesso dietro il volto di PINE la maschera OAK. Dopo il pungente sentire PINE, la testimonianza del perseverante fare OAK: pietà che si manifesta in atti (... non incolperanno mai gli altri, si assumeranno la responsabilità su loro stessi. ” Bach).
 
Alla fine della giornata, allora, vale la pena affidarsi a PINE per ripulire tutto questo groviglio di controllo che diventa, certamente, un modo per comportarci male con noi stessi.
 

 
*****
 
 
Non sempre il senso di colpa è un sentire che raggiunge la coscienza. In realtà molto più frequentemente rimane nascosta nell'ombra dell'inconscio, rispetto a ciò che naviga alla luce della percezione del nostro Io. Tuttavia, il fatto che non la teniamo presente, non significa che non eserciti il suo potere su di noi.

E, uno dei modi con cui la colpa si esprime, è attraverso il dolore come un grido nel corpo. Un dolore la cui radice deve essere immersa nel nostro mondo emotivo. La coscienza tace, la memoria dimentica, ma il corpo parla e ricorda sempre. A questo punto, credo che si debba rivedere la relazione esistente tra IMPATIENS e PINE e considerare fino a che punto il dolore sofferto da IMPATIENS, non è causato da un senso di colpa non assunto. La crudeltà che esercita verso gli altri è l’altra faccia della crudeltà che PINE esercita su se stesso.

C'è una frase di Bach su IMPATIENS che può servirci da collegamento: "È utile in quelle persone che (indipendentemente loro stato apparente) stanno facendo un grande sforzo per superare qualche qualità avversa: da qui l'intensità della sofferenza quando temono di fallire. ” “Temono di fallire” in  IMPATIENS, mentre in PINE potrebbe essere “Ho fallito”. Ma comunque la questione è fallimento, mancanza, errore, tracollo... In tutta questa dinamica, è bene notare che quando la colpa stringe la nostra vita, e non siamo in grado di liberarcene e liquidarla, è molto comune che la punizione colpisca il corpo come sintomo. Malattie autoimmuni, ipotensione, patologie del sistema nervoso, infezioni, patologie epatiche, articolatorie e della pelle, sono alcuni esempi di questo processo, nel quale la persona assume la responsabilità di un danno e paga con il dolore questo senso di colpa.

Da qui l'importanza di PINE nel contribuire a  liberare questa convinzione che consuma la stima e la gioia della nostra vita.

Scritti tratti da https://www.facebook.com/eduardohoracio.grecco   4/2021 e 10/2021
Liberamente tradotto da Antonella Napoli - Le parti in neretto, i titoli e la formattazione e le immagini non sono dell'autore, ma le ho inserite per una più veloce e scorrevole lettura


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Dr.ssa Antonella Napoli, Psicologa e floriterapeuta, P.I. 001355428886 Iscrizione OPL 16607
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