La necessità di vivere il lutto (Guida di accompagnamento con le essenze floreali) Ricardo Martín Pérez - Fiori per l'anima

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La necessità di vivere il lutto (Guida di accompagnamento con le essenze floreali) Ricardo Martín Pérez

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Introduzione
Come parte del processo della vita, la morte c'accompagna quotidianamente. In questo articolo parleremo del lutto per la morte: dell'importanza, più ancora, della necessità di vivere ed esprimere il dolore come le reazioni emozionali e comportamentali che sperimentiamo per la perdita di una persona cara e, anche dell'aiuto che le essenze floreali ci offrono durante questo processo.
Non possiamo negare che, nella maggioranza dei casi, la morte implica un vissuto di enorme sofferenza ma dobbiamo comprendere che contemporaneamente "può essere un'occasione di crescita." (Rodríguez Acinas, in Batíz ed Astudillo 1997)

Il lutto è un vissuto di dolore e sofferenza intensi provocati per la morte di una persona con cui esistono vincoli affettivi importanti. Ogni persona reagisce in una maniera differente. Tuttavia, esistono alcuni parametri da valutare, da sapere: la personalità di ognuno, il tipo di relazione col morto (amico, coniuge, figlio..), il tipo di morte (per malattia annunciata, repentina per incidente, per attentato...), la sua età (quella di entrambe).
Quanto più giovane è la persona morta, più è difficile il processo di lutto (dipende dalle esperienze precedenti con la morte, come dalla propria base culturale e religiosa).

La durata del processo del lutto è variabile ma, in termini generali, si considera tra uno e due anni, in funzione dei legami relazionali presentati in precedenza. Durante questo periodo si devono vivere tre forme di comportamento:
· Sentimento di pena e dolore (grief).
· Sofferenza per la relazione interpersonale con la persona deceduta (bereavement).
· Quello che noi chiamiamo "lutto" (mourning).

Possiamo parlare di fasi del dolore? Effettivamente sì. Si può pensare ad una divisione in 4 fasi valutata per i diversi sentimenti che continuano ad affiorare. Viene a essere qualcosa del tipo:
1. Pena e dolore.
2. Paura, ira, senso di colpa, risentimento e collera
3. Apatia, tristezza, disinteresse e, a volte, perdita della voglia di vivere.
4. Riappare la speranza e la vita si ri-orienta.

Fasi del dolore

1. Pena e dolore.
Questa prima fase è conosciuta come "fase di ottundimento dei sensi"(ibid.) Ciò che è successo sembra impossibile. La frase più comunemente detta è "non può essere" Inutile dire che questa emozione è maggiormente paralizzante rispetto a quanto sia stato più improvviso e inaspettato  il  fatto .  In alcuni persone, la reazione è il comportamento diametralmente opposto, cioè, l'iperattività. In qualunque caso: "Tutto quello che succeda in questi momenti deve essere rispettato. I parenti devono sentirsi liberi di esprimere le loro paure, rabbie..." (Ibid)

In questa prima fase, ci associamo all'opinione di Judy Howard quando afferma che "STAR OF BETHLEHEM* è il rimedio che conforta, cosicché aiuta a ammorbidire lo shock ed il dolore intenso." (Howard, 2001, p. 151). Soprattutto quando la morte è successa in maniera repentina e non era attesa (per esempio in caso di incidente) che è solitamente  più impattante. Il dottor Bach raccomanda questa essenza nel il momento di "ottundimento iniziale o shock" (Bach 2000). Anche, FIREWEED è un buon risorsa in questo tipo di situazioni inaspettate e brutali. Tuttavia, sono vari gli autori che sono d'accordo nel segnalare un'altra essenza come quella più importante e specifica per questa tappa. Ci riferiamo a HAWTHORN. Di questa essenza dice Susana Veilati "è per l'oppressione e la pena estrema di quelle perdite realmente intense. (...) è tempestivo per lo stato di profondo dolore prodotto dalla morte, sparizione o perdita di un essere che amiamo e l'inadeguata integrazione della sua sparizione." (2000)

La descrizione  che  Espeche e   Clemente   López   fanno  delle  virtù   di questa essenza   è molto   simile   nei contenuti  e, anche se incorpora una funzione che  si adatta perfettamente alla quarta fase del processo di lutto (riorientamento  vitale), è comunque importante in questo momento e può portare  risultati positivi .
Dicono questi autori che " (Hawthorn) aiuta ad elaborare il lutto ed affrontare la sofferenza, scoprendo ed appigliandosi a qualche risorsa per tornare a connettersi con la vita." (2000) RED CLOVER e BLEEDING HEARTH sono le essenze che raccomandano per questa fase il dott. Grecco, Espeche e Valdéz 1993.

2. Paura, ira, senso di colpa, risentimento e collera.
La morte degli altri ci mette davanti alla paura ancestrale per antonomasia, vale a dire la  paura della propria morte. E questo si proietta e si acquisisce differenti modalità. Senza dubbio, ci viene alla mente MIMULUS. Se la paura è di carattere "isterico e pensate di non rimettervi mai più, CHERRY PLUM; se è paura a che un altro membro della famiglia possa morire, RED CHESTNUT" (Howard, ibid.) Si cerca una persona che è morta, si cercano i suoi oggetti personali perché il toccarli ci fa sentire che, almeno in parte, quella persona è ancora tra noi.  Si gira nei posti che frequentava o nel posto in cui morì sperando, invano, di trovarla lì. A volte ci sono "problemi"  in sospeso con la persona che non c'è più. O, al contrario, tanti bei ricordi graditi ancòrano al passato, monopolizzano un presente doloroso e malaticcio ed inibendo la prosecuzione della vita quotidiana. In questo caso raccomandiamo l'uso di HONEYSUCKLE (Bach 2000), e (Howard 2001).

Appare il senso di colpa - che lavoriamo con PINE - attribuendo a se stessi la responsabilità di quello che è successo ("Se gli avessi detto che..., se non gli avessi detto che..."). Sentimenti ambivalenti, (SCLERANTHUS), si susseguono: "Ora c'è risentimento, ora pena per sé stesso (WILLOW); il senso di colpa porta all'autocritica (
PINE)" (Bach 2000). Non c'è dubbio che l'effetto di questa essenza si amplifica se lo combiniamo con Syrian Rose**, la quale "Libera del sentimento di colpa, idee ossessive e ripetizione a pensieri del passato." (Espeche e López Clemente, 2000.)

Un altro elemento che interviene in questa fase è la collera: verso quelli che si pensa responsabili di ciò che è successo, verso sé stessi o verso Dio. Includiamo anche qui WILLOW, PINE insieme a Rosa Syria.  L'ultima essenza che vogliamo segnalare in questa fase è FORGET ME NOT. Consideriamo particolarmente chiara ed esplicita la descrizione della Veilati che assicura la sua utilità "Per una migliore elaborazione della morte di una persona cara, specialmente quando lo ricordiamo continuamente e questo provoca dolore. Per salutarla in modo appropriato." (2000 ibid.)

3. Apatia, tristezza, disinteresse e, a volte, perdita della voglia di vivere
In questa fase tutto è uguale. La vita perde la sua lucentezza e niente è importante né desiderabile. Benché CALIFORNIA WILD ROSE sia indicata per l'apatia senza motivo apparente, consideriamo importante il suo impiego in questi momenti. Inoltre, normalmente appare della sintomatologia fisica come l'insonnia, l'affaticamento, l'ansietà, l'oppressione toracica, le cefalee, la perdita di appetito.... Quando la somatizzazione presenta questi sintomi, raccomandiamo di aiutare con SELF HEAL, essenza per la "Debolezza fisica e mentale che risveglia il desiderio di curarsi. Esperienza di esaurimento, incredulità, disperazione e sfiducia nel sentirsi bene. Declino della forza vitale. Sensazione di disgrazia personale.", Espeche e López Clemente, 2000, In questo momento, ci sembra utile la combinazione di SELF HEAL con GORSE.
Se tutte le fasi sono importanti, questa è cruciale perché qui, in molti casi, la persona si isola dal mondo - se osserviamo questo comportamento, faremo uso di WATER VIOLET che, come bene segnala Howard "sarebbe utile per chi soffre in silenzio e solitudine" (Ibid) - col suo "dolore congelato nel cuore" e questo può condurre ad una depressione profonda. Bach raccomandava SWEET CHESTNUT nel caso in cui la persona si senta abbattuta e vuota. GORSE può aiutare quel paziente ad uscire dal pozzo delle tenebre nel quale sta cadendo.

4. Riappare la speranza e la vita si riorienta
La persona che ha vissuto le tre fasi precedenti terminerà naturalmente in questa quarta dove comincia la ricostruzione e il ri-orientamento vitale. Di nuovo, la vita acquisisce senso, incominciano progetti, si riaccendono le illusioni. La vita diventa qualcosa che vale la pena essere vissuto. Quest'ultimo passaggio non avviene in un istante, ha un periodo che oscilla tra 6 mesi ed un anno.
Continueremo il trattamento con SELF HEAL fino a che osserviamo la stabilizzazione della voglia di vivere e la sintomatologia fisica vada a sparendo. Possiamo aiutare anche con CHESTNUT BUD che è raccomandato per "imparare dall'esperienza." Sappiamo che WALNUT è una essenza specifica per l'adattamento a nuove situazioni. Perciò, ci sembra adeguato il suo impiego, magari dalla prima tappa.

Sull'accompagnamento
Di tutte le risorse di aiuto su cui contiamo, la più importante, a nostro avviso, è la risorsa umana. Per questo motivo è importante una buona formazione professionale in questo ambito nella pratica terapeutica. Imparare ad ascoltare senza deridere, accettare senza criticare i pensieri e i sentimenti che la persona esprima, con parole, grida o lacrime, accompagnando in silenzio senza pretendere di modificare il vissuto del dolore e della pena, essere - semplicemente - presente, senza teorie, senza ricette, essere solamente esseri umani ha ripercussioni la cui grandezza è molto superiore a quello che possiamo immaginare. In molti di questi momenti, è più importante "essere" ed essere disponibile che "fare, dire o dimostrare."

* Il maiuscolo è mio. Le essenze floreali che erano scritte con il nome comune in spagnolo o in castigliano sono state tradotte nelle essenze floreali conosciute dei vari repertori
** MEDITERRANEAN FLOWERS


Bibliografía
· Bach, E. La curación por las flores. Edaf. Madrid. 2000
· Batís C. J. Y Astudillo A. W. IV curso de Cuidados Paliativos para personal Sanitario. Bilbao 19-26 abril 1997. Medicina Paliativa. Bases para una mejor terminalidad. Sociedad vasca de cuidados paliativos
· Espeche, B. Y López Clemente, P. Esencias florales del mediterráneo. Clínica, terapéutica y bioenergética. Continente, Buenos Aires, 2000
· Greco, H. E., Espeche, B. Valdez, A. M. Flors de California II. Sistema de esencias pluralistas, repertorio de síntomas. Continente. Buenos Aires. 1993
· Howard, J. Los remedios florales del DR. Bach para niños. Guía de uso para los trastornos de la infancia y la adolescencia. Edaf. Madrid. 2001
· Veilati, S. Tratado completo de terapia floral. Tratamiento con flores de Bach, nueva generación y orquídeas. Edaf. Madrid. 2000




articolo tratto da http://www.susanaveilati.com/downloads/necesidaddelduelo.pdf liberamente tradotto da Antonella Napoli

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La floriterapia non è una terapia medica, non costituisce diagnosi e cura medica e non la sostituisce in alcun modo. Le essenze floreali non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull'organismo, ma agiscono solo sugli stati d'animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive. Tutti gli esperimenti di autocura, interruzione o di riduzione arbitraria del dosaggio di farmaci prescritti, condotti al di fuori del controllo medico, ricadono esclusivamente sotto la responsabilità di chi li effettua.
Dr.ssa Antonella Napoli, Psicologa e floriterapeuta, P.I. 001355428886 Iscrizione OPL 16607
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