Agrimony alcune riflessioni (Eduardo H. Grecco) - Fiori per l'anima

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Antonella Napoli
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Agrimony alcune riflessioni (Eduardo H. Grecco)

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Continuiamo il nostro viaggio tra i 12 guaritori attraverso le parole del dr. Grecco. Ho raccolto e tradotto i post sull'essenza floreale che lui ha pubblicato sul suo profilo Facebook e che sono molto interessanti per approfondire, riflettere e scoprire aspetti più nascosti di ogni essenza.

Ciò che è emerso da Agrimony l'ho diviso in varie parti, cercando di darne un titolo che ne riassumesse il contenuto. Cliccando sul titolo potete andare a leggere direttamente la parte di vostro interesse, oppure leggere tutto l'articolo scorrendolo di seguito. Buona lettura! Antonella Napoli


Riflessioni su Agrimony




Agrimony: Il calvario dell’Inquisitore
Tra i mesi di agosto e settembre 1930, Bach prepara AGRIMONY. Nora Weeks, la "Signora dei fiori", soprannome con cui la menziona Mary Tabor nel suo libro " Fedele a te stesso ", descrive questo fatto come segue: "... fiori gialli disposte a spirale, un fiore selvatico così comune che molti passano al suo fianco senza accorgersi della sua bellezza. Cresce in abbondanza tra l'erba sul ciglio della strada e nei campi in tutta la campagna inglese. I suoi piccoli fiori sono dorati con molti stami dello stesso colore; quando i suoi petali appassiscono e cadono e i semi maturano, il gambo snello sostiene molte capsule a campana, ricoperte da ganci minuscoli. Questi si attaccano ai vestiti dei passanti e al pelo degli animali, e quindi le capsule si staccano, della pianta originale, e vengono distribuite. Bach scoprì che il fiore di questa pianta era il rimedio per la preoccupazione, quello stato mentale di inquietudine e tormento che tante volte si nasconde dietro un'apparente gioia " (Nora Weeks)

Indipendentemente da quello che Nora illustra, è molto curiosa la caratterizzazione che Bach, fa di questa essenza, nel 1930, in "Alcune considerazioni fondamentali sulla malattia e la guarigione ". Lì attribuisce, come archetipo di AGRIMONY, "L' Inquisitore". Da una lettura di questo scritto, non consegue maggiore chiarezza nel motivo di questo collegamento ma, si fa più interessante la questione, se immaginiamo che Bach non stesse pensando, di fare questa relazione tra fiore e archetipo, nella funzione del magistrato del Tribunale ecclesiastico cattolico, il cui lavoro era, soprattutto, punire il crimine ideologico e teologico e reprimere l'eterodossia, ma in qualcosa di diverso.

Il termine “inquisitore”, deriva dal latino e parla di colui che cerca, esamina e verifica. Mi sembra probabile che Bach non pensasse di attribuire questa caratteristica ad AGRIMONY, come colui che insegue un'eresia, ma come qualcuno che possiede un'anima inquieta che ha bisogno di risposte e che richiede raggiungere pace, lavoro che produce AGRIMONY. Inoltre, vi è l' enorme possibilità che Bach alluda alla condizione di AGRIMONY, di essere lui stesso il suo torturatore o inquisitore. E, non solo come una caratteristica disfunzionale, bensì dell'anima, tormentarsi, forse, è uno strumento che AGRIMONY immagina come fucina per sintonizzare il suo apprendimento in questa vita.

Sentiero sbagliato? Forse, ma la sua lezione, ha una certo aria critica, lascia indietro la convinzione che, parafrasando Nietzsche, il sentiero dell'eternità è tortuoso, che per evolvere bisogna percorrere una via tempestosa. In un frammento di una lettera, presumibilmente diretta al dottor F.J. Wheeler, scritta il 15 novembre 1933, dal 4, Brunswick Terrace, Cromer, facendo riferimento ai commenti della signora. Wheeler, Bach dice: "penso sempre che la luce di AGRIMONY è così strettamente connessa con "la pace che oltrepassa ogni comprensione" la pace di Cristo..." e l'anima AGRIMONY dimora nella certezza che prima di raggiungere quel Stato buddistico deve attraversare il calvario della crocifissione. Una convinzione che deve dissolvere per evolvere.
 
Ipersensibile e attratto dai mondi sottili (“sono molto interessati alla magia e all'occultismo" Bach), come MIMULUS; desiderosi di smetterla di vivere come CLEMATIS ("...stanche della propria sofferenza; preferirebbero la morte come migliore alternativa..." Bach) e attivi come IMPATIENS ("...Non conoscono pace, ma sono attivi, insonni, sempre impegnati in qualcosa; dormono poco e si coricano tardi….Bach); sono persone che appaiono a livello clinico come un tipo che "... non è sempre facile da diagnosticare, in quanto i soggetti mascherano i propri problemi.." tuttavia, dietro questa facciata," si ha la sensazione che vi sia qualche tragedia nascosta, sebbene l'ammettono raramente persino con i migliori amici." (Bach)

E’ importante sottolineare che, la motivazione iniziale del suo occultamento non sta nell'inganno, ma nel tentativo di proteggere i propri cari che soffrirebbero se conoscessero il suo dolore. In questo insabbiamento non si tratta, come descrive il poeta Adrián Pallares, di una "Festa reale di costumi e maschere. Uno si nasconde senza dare la faccia, senza guardare di fronte, sotto la falsa immagine di una maschera codarda e sleale ". Se si pensasse in questa maniera sarebbe un'insufficiente comprensione della condotta AGRIMONY, poiché non è codardia quello che li muove ("Non vacillano davanti a nessun pericolo, e sono temerari in tutti i loro aspetti." Bach) bensì un desiderio di evitare dolore all'altro a chi ama o professa affetto. Allo stesso modo, sono convinto che il commento di Patricia Kaminski " la lezione è che la vera pace interiore è data dalla capacità di riconoscere onestamente il dolore e di trasformarlo, invece di mascherarlo con una vernice superficiale di allegria o di gentile tolleranza." anche se valido, non finisce per fare giustizia alla drammatica esistenza di AGRIMONY. Mi sembra, per molte ragioni che Bach osserva, e la clinica insegna, che la questione chiave è una parola che si perde nella trasmissione che noi formatori facciamo di questo fiore: tragedia. Nelle prossime riflessioni vi invito a esplorare il tema della tragedia, per poi concentrarci sulla tragedia propria di AGRIMONY.







Agrimony: Tragedia e destino. Da archetipo a simbolo.
Abbiamo nominato il termine "tragedia" come una chiave per comprendere AGRIMONY. Il concetto di tragedia è associato a quello di destino e, a Roma, questa parola, si faceva derivare da fatum, forma del verbo fari, “parlare”, come testimonia Varron, nel suo trattato di lingua latina. Di modo che, quando ci riferiamo al destino, stiamo enfatizzando qualcosa che è collegato con il linguaggio e l'universo simbolico. Prima di andare avanti, ricordiamo che non è un caso che Bach, nel suo schema delle Due Liste posiziona AGRIMONY come facente parte del gruppo che comanda GORSE, il cui tema centrale di credenza è, giustamente, la forza del destino.

Possiamo concepire che, il destino dell'essere umano, sia realizzarsi nell'universo del simbolico, a tal fine, il suo compito iniziale è di estirpare le radici dal suolo archetipico e seminare il suo seme divino nello spazio dell'individuazione. Se così non fosse, rimarrebbe prigioniero della forza archetipica, dissolvendosi nell’archetipo collettivo indifferenziato, e il risultato sarebbe andare nella direzione opposta dell'evoluzione. Il " noi evolutivo " suppone la presenza di individualità unite nel pieno spiegamento della propria libertà, qualcosa di ben diverso dal " tutto archetipico ".
 
Forse, la formula nella quale è possibile fissare questo fatto sarebbe: noi esseri umani siamo destinati a diventare simboli per altri simboli. La domanda che rimane senza risposta, allora, è, come riusciamo a diventare simboli, come facciamo di quel destino una realtà? Una condizione preliminare per diventare simboli, è morire come archetipo per resuscitare come simbolo, processo che, Bach, comincia con il fatto di essere fedele a te stesso.

In questo contesto, la tragedia greca, che è un buon modo per comprendere il significato della tragedia umana, rappresenta una metafora dell'unione delle polarità. Nietzsche immaginava che, nelle viscere della tragedia, convergevano due forze che governavano, unite in opposizione, questa arte: la dionisiaca e l’apollinea. "Avremo acquistato molto per la scienza estetica, quando saremo giunti non soltanto alla comprensione logica, ma anche alla sicurezza immediata dell’intuizione che lo sviluppo dell’arte è legato alla duplicità dell’apollineo e del dionisiaco, similmente a come la generazione dipende dalla dualità dei sessi, attraverso una continua lotta e una riconciliazione che interviene solo periodicamente." (Nietzsche)

Vista da questo punto di vista, la tragedia diventa un'allegoria WILD OAT. L’apollineo e il dionisiaco si fondono in essa, come OLIVE e VINE lo fanno in WILD OAT, nel diagramma delle due liste di Bach. Vale la pena fermarci un po' qui per ampliare questa questione e porre attenzione alle conseguenze che comporta in relazione al tema che stiamo trattando.
 
Nietzsche, è stato un grande alchimista dell'anima. I suoi testi, sull'origine e significato della tragedia greca, rimangono, senza dubbio, illuminanti. Per lui, la tragedia greca descrive, meglio di qualunque altra cosa, uno sguardo approfondito sull'essenza del mondo e, molto simile, aggiungiamo noi, l'uomo a cui spiega l'alchimia. Ma in che modo la tragedia greca concepiva l'universo e il destino dell'uomo?

La risposta è molto complessa immaginando che si possa dare un responso definitivo, ma, in sintesi, la tragedia concepisce il mondo e le creature che vi abitano, come il risultato di una lotta antagonistica complementare di opposti primordiali: finito e infinito. Potremmo aggiungere: personalità e anima, rame ossidabile e oro incorruttibile, terra e cielo, apparenza e sostanza... Nietzsche, presenta l'idea, che il cristianesimo è stato il responsabile nel turbare questo ordine classico, in ragione di una necessità teologica: in un universo tragico la redenzione non trova spazio, ossia Edipo non può sfuggire al suo destino, nulla ha la facoltà di esercitare un'azione salvatrice sugli esseri umani. (è come se AGRIMONY dicesse: nessuno può riscattare il mio tormento, sono condannato a vivere con quel dolore. ) Gli esseri umani, secondo il filosofo tedesco, vivono legati ad una legge inappellabile nella misura in cui ci siamo separati dalla vita fluente del tutto, cioè nella misura in cui siamo nati.

Questa legge si riassume in quanto segue: siamo condannati alla decadenza di ciò che, dalle radici dell'Essere, è spuntato in una esistenza individuale. Allora, nella visione tragica del mondo, vita e morte, nascita e decadenza del finito, (aggiungiamo noi morte e risurrezione) sono termini che sono intrecciati in modo solidale.
 
Tuttavia, il senso tragico della esistenza proprio di AGRIMONY, non è un pessimismo senza senso, sulla natura apocalittica della vita. Al contrario, si rivela essere un rafforzamento della vita, un'approvazione gioiosa di ciò che è terribile ed orribile, della morte e la caduta. Insomma, una accettazione attiva degli aspetti sinistri dell'esistenza per trasformarli in luminosi.

Questo atteggiamento è lontano, sia della rassegnazione (WILD ROSE) sia di posizioni eroiche di confronto (VERVAIN). Si limita al fatto di capire e riconoscere che, il finito, è solo un momento di transizione della vita, e che, come tale, è privo di permanenza ed eternità. Così, la caduta del finito nella morte, non significa annientamento, dato che, per l'Anima la morte non esiste. Al contrario, implica il ritorno alla matrice della vita, da dove scaturisce e fiorisce ogni essere individuale. Un tema che sta nel cuore e nella base del nostro caro AGRIMONY.

Il sentimento fondamentale della tragedia greca si consolida nel sapere che "tutto è uno", di modo che, la vita e la morte, si scoprono unite in un movimento circolare misterioso, in cui, quando la vita va avanti la morte retrocede e viceversa, poiché sono figure complementari dell'esistenza. Da parte sua, Nietzsche, immaginavo la presenza, nella struttura della tragedia greca, di un antagonismo tra finito e infinito. L' essere finito destinato all'annientamento di fronte all'essere infinito eterno.

La dinamica di questa relazione consiste nel fatto che, ciò che è finito, giunti al punto inevitabile della scomparsa, si immerge nell’infinito, per rinascere un'altra volta in un'altra forma. Questa è una meravigliosa e potente immagine di morte e resurrezione (SWEET CHESTNUT), che è possibile associare con l'idea del Mare di Nun (del quale veniamo e al quale torniamo) e Iside che pesca in lui le anime, affinché l’incarnazione degli uomini si ripeta. Questo ciclo pulsante e polare, di consumazione e rigenerazione, Nietzsche lo spiega per la presenza di una lotta di forze opposte che incarna nelle figure di Apollo e Dioniso. Quale valore, la mitologia greca, ha conferito a questi dèi?







Agrimony: Apollo e Dionisio
In primo luogo, erano entrambi figli di Zeus. Anche se ci sono altre storie sull'origine di Apollo in rapporto ad Elios, di cui prende il posto o si scambia fino ad identificarsi l’uno con l'altro; Elios (Sol Invictus), rappresenta più chiaramente il sole mentre, Apollo, la luce. Comunque, a partire dal tempo di Euripide, Apollo è consacrato come il Dio del sole e di altri attributi come, chiarezza, musica, gioventù e poesia, mentre, Dioniso è il Dio del vino, dell’estasi, dell’intossicazione, guaritore delle ferite di amore delle donne e liberatore dei loro legami patriarcali.

Tuttavia, dopo questi temi, il tema della simmetria e la bellezza si traducono in queste immagini di Apollo e Dioniso. Sono come strutture di ordine, diverso. Apollo parla del mondo platonico della proporzione regolare e della saggezza, valori inesistenti nella natura, che è tutto il contrario. Così, come le emozioni o come cresce un fico, una vite rampicante o un rovere, irregolari e imprevedibili, tale è l'energia di Dioniso e della vita. Questa stessa polarità, la troviamo in AGRIMONY, che custodisce al suo interno, allo stesso tempo, qualcosa di Apollo e Dioniso come forze in lotta: una, che intende sostenere un ordine esterno luminoso che non concorda con un'altra, un disordine interno doloroso e scuro.

In “Libera te stesso” Bach dice " Sei una persona tormentata; la tua anima non conosce riposo; non riesci a trovare pace, ma affronti coraggiosa­mente il mondo nascondendo il tormento ai tuoi fratelli: i quali si prendono gioco di te, ridono, ti scherniscono, tengono allegri quelli che ti circondano mentre tu soffri? Cerchi di lenire le tue pene bevendo e prendendo droghe per aiutarti ad affrontare le difficoltà: senti di avere biso­gno di qualche stimolante per andare avanti nella vita?" qui, in queste frasi di Bach, è contenuta la polarità di cui abbiamo parlato prima. Ma non è tutto, nasce anche l'immagine di AGRIMONY, come immerso nel suo labirinto di dolore. Nello scrivere queste parole mi è venuta in mente una frase di Cortázar: "Nessuno sa che mondo multiforme o quali ripetute perdite riempiono il labirinto. Tu hai il tuo labirinto, popolato di desolate agonie”  è come se Cortázar, parlasse AGRIMONY.

Forse, bisogna visualizzare gli ideali dell'uno e dell'altro. L’apollineo si basa sulla simmetria uniforme, retta, luce, civiltà e linearità, mentre, per contrasto, il dionisiaco implica, irregolarità, cerchio, oscurità, natura e dualità. Tutti questi valori vengono trasferite alla comprensione dell'ordine che regna nella società, la filosofia, la scienza e la cultura, inserite nella terapia. Sono padroni della vita.

Abbiamo, quindi, una pratica guaritrice apollínea e un’altra dionisiaca. La prima che crede nelle procedure, nella conoscenza e nella tecnica, cercatrice di spiegazione e del fare cosciente l'inconscio; mentre l'altra, si fonda sul rapporto interpersonale, esperienza ed intuito, sempre pronta a seguire l'Essere e l'Anima, accettando il fatto che, l'ombra, deve essere riconosciuta senza pretendere che perda la sua natura di rimanere nascosta nel buio della sua terra natia.
 
Cerchiamo di controllare quanto detto su questi due archetipi. Anche se non mi piace ammetterlo, per una curiosa idea negativa che confesso contro Apollo, questo Dio è stato uno dei più venerati nella cultura greca. Gli sono stati consacrati numerosi templi e i cittadini greci visitavano il suo oracolo quando volevano conoscere il futuro o aspetti oscuri della propria esistenza. Questo implicava, molte volte, come è successo a Edipo, di risvegliare le forze per la realizzazione di un tragico destino. Per qualche motivo, nonostante tutti questi poteri, Afrodite era con l'unico Dio con il quale non ha fatto sesso, oltre a Zeus.

Secondo Nietzsche, Apollo, inoltre, esprimeva, per i greci, un modo di stare al mondo: Dio della luce, chiarezza, ordine, norma, razionalità, misura, perfezione, forma, moderazione, serenità, equilibrio, felicità, coerenza, proporzione e armonia. Una forza che si opponeva al mondo di ciò che è istintivo, oscuro, vago, eccentrico, pulsionale, goffo e discordante, di suo fratello Dionisio.

Da parte sua, Dionisio è associato al vino e all'ubriachezza, raccolti, feste abbondanti e piene di eccessi, musica, danza, passione, orgia, bagordi, vita, gioia traboccante ma, anche, i raccolti e l'alchimia. Inoltre, era il Dio della Prova Suprema, una potente immagine archetipica di morte e resurrezione. Il collegamento di AGRIMONY, con questa caratteristica dinonisíaca, è chiaro, ed è presente nelle classificazione che Bach fa su questo fiore: la sua tendenza all'alcool, alla festa, alle risate, alle sensazioni, ecc. E, anche, si evince che, parte del lavoro di questa essenza, è trasformare il poter immaginare che queste risorse, che in realtà sono diversivi, possano fornire pace. IMPATIENS evade attraverso la fatica, CLEMATIS con il sogno, MIMULUS grazie all’evitamento e, AGRIMONY, con l’obnubilazione che gli forniscono i sensi: alcool, droga, sesso.... un offuscamento ansioso che lo getta nella confusione, avvicinandolo, in questo punto a WILD OAT. Uno stato che, tuttavia, si traduce nella clinica, così vicino all’abbagliamento che, a volte, non si sa, di fronte a lui, se è sbigottimento, allucinazione o serenità. Fino a quel punto, AGRIMONY maschera

Ho citato i concetti di Prova Suprema e Morte e Risurrezione, come archetipi unificati. Forse questo, per alcuni, risulta qualcosa di strano. Tuttavia, tale unione è una cosa naturale, in quanto, Ade e Dioniso erano lo stesso personaggio con nomi diversi, allo stesso modo di Persefone (moglie di Ade) e Arianna (moglie di Dionisio), Arianna, chiamata anche la purissima, signora del Labirinto. Immagine, quella del labirinto, che rappresenta il mondo sotterraneo. Eraclito, fu il primo a mettere in evidenza questa relazione sottolineando che, Ade e Dioniso, erano lo stesso dio. Ma, già nel nostro tempo, toccò allo studioso di miti Karl Kerényi rendere evidente questa connessione a partire da fatti e dati archeologici e antropologici.

Tra i dati che Kerényi fornisce indica che, in seguito al rapimento di Kore (successivamente Persefone) da parte di Ade, l'afflitta Dea Demetra, sua madre, si rifiutò di bere vino - che è il dono di Dionisio - a causa di questo legame. Inoltre suggerisce che, Ade potrebbe essere stato uno pseudonimo per il Dioniso degli inferi. Aggiunge che, questa identità duale può essere stata familiare a coloro che entravano in contatto con i misteri. Bisogna ricordare, in questo senso, che uno dei soprannomi di Dioniso era Ctonio, sotterraneo.

Tra Eraclito e Kerényi, Nietzsche fa un'interpretazione molto interessante che rompe con gli sguardi classici su Dioniso. Gli attribuisce stati e comportamenti come confusione, contraddizione, deformità, disordine, caos, rischio, lotta, notte, irrazionalità e "tormento interiore". Ma, la cosa fondamentale è che, da sottolineare il fatto che, questo Dio si associa alla vita nei suoi aspetti oscuri, nascosti, di ciò che non vuole mostrarsi, ciò che occorre tacere di noi stessi. Inequivocabilmente, l'ombra.

In questo modo, Nietzsche, anticipa Jung e Freud, sulla comprensione che, l'inconscio, desidera rimanere tale. Che si riconosca la sua esistenza e si dà il posto che gli spetta, nella vita delle persone, senza perdere la propria natura ontologica. Interessante questione che si lega al fatto che la finalità terapeutica floreale, non consiste nel fare avere più luce alla persona, ma che questa, impari a vedere, nella sua stessa oscurità.

D' altra parte, e in relazione a ciò che stiamo commentando, è interessante vedere che Bach oppone a AGRIMONY ad ASPEN, come l'essenza che culmina l'azione guaritore della prima. ASPEN, ciò che non potrà mai essere messo in parole, essere definito, avere forma, l'ignoto. Bach commenta AGRIMONY, "Dentro di sè sono tormentati: hanno molta paura del presente e specialmente del futuro, che potrebbe condurli al suicidio. " e in un altro testo, dice di un motivo per prescrivere AGRIMONY "paure imprecise..." Ma, più interessante, è immaginare un'altra connessione, che abbiamo e che intreccia le due essenze con il fegato.

Tanto ASPEN come AGRIMONY, soffrono di paura di qualcosa che viene dal domani, una paura propria del fegato e, entrambi, agiscono su questo organo in modo benefico. Il fegato, a sua volta, era, nell'antichità, l'organo dell’oracolo, del destino, e della tragedia. Scusate la mia passione per queste cose, ma credo che danno un senso più grande al lavoro di una essenza come AGRIMONY che, al pari di GORSE, ci aiuta a cambiare la nostra credenza sul destino.

La grandezza dell'insegnamento che ci trasmette la visione greca precedente a Socrate e Platone, consiste nella capacità di mantenere viva e manifesta questa dimensione polare e complementare della realtà, che sono state messe in scena nella tragedia, uno spazio dove la bipolarità naturale degli esseri umani era accettata come una disposizione autentica dell'universo e dove, il disordine e l'ordine, erano compresi come forme diverse di legalità.

In questo modo, i greci crearono una corrispondenza tra l’apollineo e il dionisiaco, come due forme di espressione della natura che funzionano allo stesso modo, a parità di condizioni e allo scoperto. Allo stesso tempo, la dinamica stessa di questa forma letteraria e artistica, spoglia l'essenza stessa della cultura e del suo disagio: la lotta tra la vita (l'ubriachezza creatrice dionisiaca) e la sua negazione (la norma razionale apollínea). Questo tema è parte dell'essenza della natura di AGRIMONY e della sua stessa tragedia.







Agrimony: Sono quello che l’altro desidera che io sia
Abbiamo citato parte di un testo iniziale di Bach su questo rimedio che vorrei ora copiare integralmente, dato che, mi piacerebbe invitarvi a riflettere sullo stesso. "Spesso, ad uno sguardo casuale sono geniali e pieni di interesse per la vita; sembrano persone decisamente piacevoli. Frequentemente bevono molto, anche se non fino ad eccessi visibili. Possono essere dipendenti da droghe, ricercare eccitazioni e desiderare una vita piena di impegni. In tal modo nascondono al proprio interno le sofferenze. Con loro si ha la sensazione che vi sia qualche tragedia nascosta, sebbene l'ammettono raramente persino con i migliori amici. Dentro di sè sono tormentati: hanno molta paura del presente e specialmente del futuro, che potrebbe condurli al suicidio. Non si curano dei pericoli e sono temerari. Non conoscono pace, ma sono attivi, insonni, sempre impegnati in qualcosa; dormono poco e si coricano tardi. Di solito sono molto interessati alla magia e all'occultismo. In realtà sono anime tormentate e stanche della propria sofferenza; preferirebbero la morte come migliore alternativa, sebbene all'esterno lottino caparbiamente e con forzato ottimismo. Frequentemente si scopre che sono ossessionati da qualche individuo, anche se il loro persecutore può trovarsi su un altro piano. Il rimedio porta pace, rimuove il tormento, diminuisce il desiderio di stimolanti e rasserena. " (Bach)

Nel testo di Bach su AGRIMONY, si distinguono diversi elementi essenziali di questo rimedio: mascherare e nascondere quello che si prova attraverso una facciata di allegria; il carattere tragico della sua esistenza che lo conduce alla sofferenza e a fantasticare e fino  a preferire la morte, la dissociazione tra l'interno e l'esterno, la ricerca di eccitazione, l’iperattività e i comportamenti imprudenti. Queste ultime tre caratteristiche rappresentano espressioni del meccanismo di negazione della realtà, molto vicine al modello bipolare e dipendente, che nella clinica viene diagnosticata in quel modo. Inoltre, è importante il fatto che si lascia tormentare da altri e che questi altri, molte volte, non sono sul piano terrestre. A differenza di CLEMATIS, dove l'altro, anche da un altro piano sottile che lo chiama e lo attrae, è qualcuno amato, qui l'"altro" lo tortura, anche se l'amore non necessariamente è escluso. Tuttavia, questo spiega due punti interessanti del comportamento AGRIMONY: la sua tendenza alle relazioni burrascose e ai legami fantasmatici (che stanno solo nella sua immaginazione). In questo racconto non bisogna lasciare fuori il coraggio con cui lottano nella vita, anche se la loro gioia è forzata e non effettiva. Qui abbiamo un orizzonte clinico su AGRIMONY che continueremo a spiegare.

Il tema centrale di AGRIMONY sembra essere riferito alla valutazione e accettazione che ognuno ha di sé. La persona AGRIMONY, pur di essere accettata e amata, sacrifica la sua identità per questo: la dissolve in quello che crede che gli altri vogliono che essa sia. Significativo, dalla clinica, come abbiamo già detto, è che questo comportamento, è motivato dalla generosità: non desidera fare soffrire l’altro con i propri dolori .

Tuttavia, tale comportamento, anche se non è questa la sua intenzione, è una forma di crudeltà. IMPATIENS è crudele con il suo dire e nell’agire intollerante; CLEMATIS con l'indifferenza; MIMULUS con l'evitare e, AGRIMONY, escludendo le persone vicine dai suoi dolori e preoccupazioni. Come ci sentiremmo se un partner o un amico intimo soffrisse di una grave malattia e per non preoccuparci non ci dicesse nulla? MIMULUS evita ma AGRIMONY "ci lascia fuori", anche nella più apparente vicinanza. Mentre WATER VIOLET rivela un modo di essere in cui uno sente, nella sua vicinanza, una " lontana vicinanza", in AGRIMONY l'esperienza è "vicina lontananza". È interessante notare che, due fiori, tanto diversi l’uno dall'altro, tuttavia, si assomigliano così tanto nella loro inaccessibilità ad essere conosciuti nella loro intimità. Uno alza muri e l'altro si rifugia dietro ad una maschera. In entrambi i casi, fallisce la spontaneità e questo spiega la ragione per la quale, HOLLY, che la incoraggia, sia un ottimo rimedio per entrambi i tipi di fiori.

Succede, nel mondo interno di AGRIMONY, che domina la sensazione che l'amore e l'accettazione non sono qualcosa che si realizza in modo naturale e spontaneo ma che dovrebbero essere guadagnati attraverso la rinuncia a essere se stessi e a mostrare le proprie vulnerabilità.

Questa vissuto, non la personalità AGRIMONY, è il risultato di un processo, secondo cui è stato impresso nella persona un segno, in un tempo molto precoce della sua storia, legata ad una situazione di incapacità di abbandono infantile, esperienza che è stata interpretata come: "se non ricevo quello di cui ho bisogno è perché non lo merito e se non lo merito è perché così come sono non valgo niente”. Le conseguenze di questa dinamica sono, da una parte, la cancellazione dell'identità della persona (in cerca di una accettabile per gli altri) e, dall'altro, la sua alienazione al desiderio dell'altro: "sono quello che l'altro desidera che io sia e sostengo quello che sono nel desiderio dell'altro".

Questi meccanismi, rappresentano una condizione preliminare, nella persona di dissociazione o separatività, tra il mondo interiore ed esteriore, e la presenza di un profondo dolore, in lei, di essere in grado di mostrarsi così com'è, agli altri e a se stesso. Questo ancoraggio o fissazione precoce della sua vita è un nodo che non può sciogliere e che lo lega a una condotta di permanente inautenticità esistenziale, tanto lontana dalla menzogna psicopatologica come dall'egocentrismo nevrotico. Forse bisognerebbe comprendere il fatto che la condotta AGRIMONY è un atteggiamento, nel quale, il falso è autentico. Là, tra le pieghe del suo dolore, in AGRIMONY, c'è un certo diletto e compiacenza circa la non autenticità, costruito come una forma tragica e fallita di essere al mondo. E questa dinamica storica, ci serve per capire l’intreccio interno del tipo AGRIMONY che, sebbene la sua struttura (nella concezione di Bach) non sia il risultato di una genesi emotiva come quella descritta, non sfugge alla presenza di questa mappa affettiva nella sua vita.

AGRIMONY dà la capacità di amarci così come siamo, di non sentirci estranei nella nostra dimora e nella propria personalità, di darci il permesso necessario perchè gli altri ci conoscano per quello che siamo, di permetterci di esprimere apertamente e liberamente, ciò che realmente sentiamo, pensiamo e vogliamo e a renderci conto, dal più profondo, che siamo esseri preziosi e meritevoli di essere amati per nessuna altra cosa più che per quello che siamo.

In questo modo, AGRIMONY, facilita il poter sfuggire dall'immagine distorta che abbiamo di noi stessi, immagine che molte volte ci impedisce di vedere la nostra vera identità e la strada nel cercare di essere un altro diverso da quello che siamo, in quanto, si impara con la sua assunzione che "Guadagneremmo molto di più se ci mostrassimo per come siamo, invece di cercare di sembrare quello che non siamo" (La Rochefoucauld)

Quando lo stato emotivo AGRIMONY appare su una persona, sta indicando, in maniera generale, la presenza di una discrepanza tra ciò che la persona riconosce in sé e mostra agli altri, e ciò che realmente accade al suo interno. Questo conflitto, che finisce con la noncuranza di ciò che è proprio e l'identificazione con l’altro, è il prodotto di una profonda esperienza di disistima che lo porta a pensare che il valore e la ratifica della stima personale si basano sull'accettazione e riconoscimento da parte di altre persone, giacchè, quando il nostro valore è sostenuto dall'esterno, allora diventa una minaccia condividere il vero Io, sia con gli altri che con se stessi. D' altra parte, questa condotta stabilisce un legame di dipendenza molto forte, dato che, in queste condizioni non si può essere indipendente per pensare, sentire e fare ciò che si vuole.







Agrimony: Tormento e gioia
E ' molto interessante notare come Bach va delineando la comprensione di AGRIMONY nell'arco dei sei anni, tempo che intercorre tra la data in cui lo scopre fino al momento della sua morte. Nel 1930, in "Alcune considerazioni fondamentali sulla malattia e la guarigione" parla per la prima volta di questo rimedio ed è il testo che abbiamo citato integralmente in precedenza.

Ma, nel 1932, appare un importante libro di Edward Bach: “Libera te stesso”. Là appare una versione su AGRIMONY che incorpora la polarità irrequietezza-pace come asse del lavoro clinico. Dice Bach lì: " Sei una persona tormentata; la tua anima non conosce riposo; non riesci a trovare pace, ma affronti coraggiosamente il mondo nascondendo il tormento ai tuoi fratelli: i quali si prendono gioco di te, ridono, ti scherniscono, tengono allegri quelli che ti circondano mentre tu soffri. Cerchi di lenire le tue pene bevendo e prendendo droghe per aiutarti ad affrontare le difficoltà: senti di avere bisogno di qualche stimolante per andare avanti nella vita? Se è così, la splendida pianta di Agrimony che cresce ai lati dei nostri sentieri e nei nostri prati, con lo stelo simile a una chiesa e i semi come campane, ti porterà la pace, quella pace che va al di là della tua comprensione”. La lezione di questa pianta è riuscire a mantenere la pace in tutte le prove e le difficoltà, fino a quando niente avrà il potere di farti irritare".

Interessante punto: mantenere la pace di fronte a qualsiasi prova o avversità.

Una delle questioni da sottolineare, della citazione precedente, è il fatto che questo rimedio sviluppa la virtù della temperanza. La "tempra" è la capacità di una persona per far fronte alle difficoltà e rischi e la moderazione è la virtù cardinale che aiuta a rallentare gli impulsi e mitigare le passioni e l'uso improprio dei sensi. La temperanza insegna a disporsi con sobrietà e moderazione e uscire dalla dipendenza degli stimoli sensoriali, situazione molto caratteristica della personalità AGRIMONY.

Nel 1933, compare un articolo su " The Naturopathic Journal " intitolato "I dodici guaritori " in cui Bach prevede, come indicatore del modello AGRIMONY, essere tormentato. Lì dice al riguardo: " gli AGRIMONY sono interiormente tormentati da ansie e preoccupazioni, sebbene esteriormente fingano abilmente di nascondere la tensione. Frequentemente bevono molto o cedono alle droghe per aiutarsi a reggere lo stress”.

In questo stesso anno si pubblica la prima versione dei " Dodici guaritori e quattro aiuti ". In quel libro Bach posiziona, come parola chiave di AGRIMONY, "tormento " e dice: " Per calmare tutti quelli che sono tormentati nel corpo o nella mente, portando loro pace. Gli inquieti, gli ansiosi, gli agitati, i tormentati. Coloro che non riescono a trovare la pace della mente, che non hanno riposo. Esiste un esercito intero di questi sofferenti che spesso nascondono il proprio tormento dietro sorrisi e giovialità. Frequentemente sono molto brillanti e spiritosi. Un gran numero di costoro cerca rifugio nell’alcol, o persino nelle droghe o negli stimolanti, per aiutarsi ad andare avanti. Faranno qualsiasi cosa piuttosto che deprimere gli altri con i propri problemi. Persino nei casi di grave malattia scherzeranno e prenderanno con leggerezza le proprie tribolazioni. Sono persone coraggiose e Agrimony le aiuterà moltissimo."

Questi due testi integrano molto le informazioni degli anni precedenti e aggiungono nuovi aspetti come l'incidenza di tormenti nel corpo la caratterizzazione della sindrome AGRIMONY: inquieti, preoccupati, ansiosi, tormentati.

Nel 1934, viene pubblicato "I dodici guaritori e i sette aiutanti " e lì c'è un breve cenno ad AGRIMONY in questi termini: il rimedio è indicato "In coloro che, sebbene malati, sono allegri, gioviali e cercano di trarre luce dal loro problema." Spesso ho insistito sulla tesi che le personalità AGRIMONY tendono ad essere brillanti e, addirittura eccezionali. Che possiedono una naturale disposizione per la creatività e, nella misura in cui non si lascino ingoiare dalla dipendenza, questi talenti saranno, uno strumento costruttiva della loro vita.

Nella versione finale dei Dodici Guaritori il dott. Edward Bach dice di questo rimedio "Per le persone allegre, gioviali, piene di buon umore, che amano la pace e che sono disposte a rinunciare a molte cose, pur di evitare liti e discussioni che le manderebbero in crisi. Anche se in genere hanno dei problemi e sono inquiete, tormentate e stanche, sia a livello fisico che a livello psichico, sanno nascondere le loro preoccupazioni dietro l’umorismo e lo scherzo, e sono considerate degli ottimi amici da frequentare. Spesso fanno uno smodato uso di droghe e di alcolici per stimolarsi e per aiutarsi a sopportare le prove della vita con allegria."

In questo paragrafo Bach riassume i punti principali della struttura di personalità AGRIMONY: si tratta di persone tormentate, sensibili, inquiete, e preoccupate che non esprimono ciò che sentono, ma che lo contengono e nascondono dietro una maschera falsa e forzata di gioia. Logicamente, questo li porta una situazione interna di usura permanente di energia che li indebolisce e li esaurisce, per cui, per sostenere la finzione in cui sono intrappolati, hanno bisogno di ricorrere alla stimolazione di sostanze stupefacenti o attività logoranti che, da un lato, fornisce un eccesso di stimolazione di cui ha bisogno per continuare ad affrontare il mondo e, dall'altro, intorpidisce l'emergere di sentimenti di tristezza nell'anima, sentimento che non riesce ad affrontare e che invece paradossalmente è il percorso per la sua possibile cura. Il percorso appassionante e di eccessi è il prodotto dell'azione combinata dei meccanismi psicologici di repressione e negazione, che cristallizzano la progressiva scomparsa del contatto della persona con il sentire autentico, l’Io e il vero amore.

Ci sono una serie di questioni che emergono dalla lettura congiunta dei testi che Bach scrisse su AGRIMONY. Alcune di esse sono, ad esempio, il fatto che questa personalità sembra non inserirsi nell'ambiente in cui si trova, che sono persone che si sentono incomprese e bisognose di amore e riconoscimento, profondamente svalorizzate, con molta paura di mostrare il proprio Io interiore e non essere accettati, tese e stressate a causa di sforzarsi di mantenere costantemente una maschera di benessere (che gli provoca stanchezza, insonnia e stress), la presenza di qualcosa di contenuto e represso che manifesta, ad esempio, nell'oppressione al petto e il rifiuto a contattare i sentimenti di tristezza.

L’intero quadro risulta in varie manifestazioni cliniche come il disturbo bipolare, l’isteria, le dipendenze, quadri di angoscia con oppressione al petto, relazioni burrascose, iperattività, bisogno di compagnia, pianto con sintomi infiammatori, dolori muscolari che tormentano, prurito intenso che non cessa, eczemi allergici, eruzioni cutanee, punture, emorroidi, herpes zoster, ecc.

La difficoltà a contattare la tristezza ha una sua logica, poiché, questo sentimento è polare all’allegria, alla gioia, che abbonda, in maniera forzata nella sua vita. E, qui, un altro punto di contatto con WATER VIOLET.
Il tema dell’allegria ha importanza nella personalità AGRIMONY, in particolare, la difficoltà nel raggiungere un'espressione autentica di questa emozione.

Si osserva spesso, nella clinica, persone che agiscono più gioiosamente di quello che realmente sono, che costringono il loro sorriso in qualsiasi circostanza, che ridono persino di quello che non fa ridere, come se fosse un tabù sentire infelicità e come se avessero la convinzione che se mostrano il loro dolore, la tristezza o malessere non potrebbero essere amati e accettati. Tuttavia, quando una persona esprime onestamente come è e le emozioni che lo affliggono, sicuramente, stabilisce una comunicazione e una empatia profonda con le altre persone.

La gioia è fondamentalmente una esaltazione dell'animo che coinvolge tutti i sensi. La persona sente fluidità, apertura e comunione con il mondo e con gli altri. La gioia si dà ed è un'emozione che precede l'unione con le cose. Per questo motivo nasce prima dell'incontro, del recupero o del ritorno dell'oggetto d'amore come un vissuto che scaccia il timore, ci fa sentire l'abbondanza, nei nostri cuori, pieni e capaci di fare resuscitare i sentimenti nelle nostra vite e nelle nostre relazioni.

"Nella letizia non c'è il vuoto della depressione o la dipendenza dal piacere, lo sdegno dell'indifferenza o il risentimento dell'egoismo. Tutto in lei è sufficiente e totale. Davanti alla sua venuta il potere è trasformato per magia nel sapere. L' attesa è finita, quando la letizia si presenta con i suoi beni e li distribuisce: lacrime di gioia per l'occhio, aria fresca per il naso, saliva gustosa per la bocca, distensione per le labbra, luce per l'ombelico, debolezza nelle ginocchia e cibo per l'intelligenza, perché la gioia è, forse, la più alta forma di comprensione e la strada più nobile verso l'accettazione." (Mario Satz)








Agrimony: Negazione del dolore e della perdita, abbandono affettivo, ricerca di pace
Finalmente, c'è una questione clinica, molto specifica di AGRIMONY, che vorrei affrontare: la sua incapacità di assimilare la fine di una relazione affettiva, visto che, quando questo accade quello che al suo interno sente è una minaccia per l'annientamento di qualcosa appartenente alla propria identità. Di modo che, a fronte di queste circostanze, è comune che attui una condotta di negazione del dolore della perdita e della perdita stessa. Questa stessa risposta alle perdite succede in altri settori. Il Maestro Raul Pérez, osserva che "quel tormento segreto che soffre, non solo rimane nascosto agli altri, ma di solito è sconosciuto al paziente stesso AGRIMONY. Tuttavia, in alcuni casi può darsi che forse conosce il tema del conflitto (ad esempio le sue dipendenze), ma non desidera approfondire il tema, né ritiene che "quello" sia un vero problema. Per esempio si può dire: "io mi drogo, ma quando voglio lascio...", o " io bevo abbastanza, ma non sono un alcolizzato...", ecc. E ovviamente non riconoscerà, che quelle dipendenze, sono il risultato di altri conflitti più profondi, che sarebbe necessario affrontare."

In questo contesto vale la pena ricordare che ad AGRIMONY succede, costantemente, quello che tanto cerca di evitare: l'abbandono affettivo. Il fatto è che se la sua identità viene cancellata, non esiste per l'altro con cui costruisce un rapporto e questo fa parte della causa dell'instabilità relazionale propria di questa personalità.
Ogni essenza floreale possiede un'anima, il principio del suo lavoro sulla nostra personalità, affinché essa non ostacoli l'apprendimento che deve eseguire il nostro essere essenziale. Nel caso di AGRIMONY, si tratta della Pace o dello sradicare l'inquietudine.

La Pace offre la possibilità di risolvere, senza distruzione, tormento o usura, conflitti, paradossi e gineprai della nostra vita, per trovare soluzioni agli antagonismi e per conciliare forze che appaiono come opposti in lotta. Ci dà la capacità di attesa (elimina l'impazienza), ci aiuta a vivere secondo le nostre esigenze, desideri e bisogni, ad accettarci e amarci come siamo e, insomma, ci dà il permesso necessario per essere coerenti con i nostri ritmi, talenti e capacità, senza cercare di essere qualcosa di diverso da ciò che siamo veramente.

Avere pace interiore implica aver sconfitto le paure e le angosce intorno al sopravvivere quotidiano e il rifiuto, la mancanza di approvazione e l'abbandono da parte degli altri. Significa aver acquisito la certezza che la vita è uno spazio sicuro e protettore, che la serenità e la pace non dipendono dalle condizioni e circostanze esterne ma sono competenze interne che, quando si raggiungono, permettono di far emergere la creatività e la libertà per individuarsi, poiché lo scopo dell'individuazione non è altro che liberare la persona degli involucri finti e non autentici delle sue maschere e del potere suggestivo degli archetipi inconsci che emergono nella coscienza e si affermano come credenze e mandati. Le due forze emergono nella coscienza come credenze, mandati, limiti e stasi, all'interno dei quali la persona rimane intrappolata perdendo la capacità di essere fedele a se stessa.

Da molti anni, a seguito del mio lavoro con pazienti bipolari, vado a lavorare tutta la questione delle memorie familiari e dei legami relazionali. In questo senso, AGRIMONY risana il riproporsi continuo di relazioni burrascose nelle quali la nostra anima è intrappolata, promesse d'amore non mantenute, non aver sviluppato talenti in un'altra vita che ci rimangono come cose in sospeso, colpe per patti o accordi non soddisfatti, rimorsi per aver generato scontri e litigi, o non averli pacificati potendo farlo, eccesso di centramento su se stessi senza pensare all'altro, aver diffuso voci negative su un'altra persona che lo hanno pregiudicato, essere rimasti in una situazione di "guerra" con propri cari o parenti stretti, essere stati torturatori materiali, morali o emotivi. Insomma, tutto quello rimasto da conciliare, privo di pace nel passato e, qualsiasi comportamento da tormentatore esercitato su altri oggi.

Tutti questi riferimenti sono esperienze che la clinica mi ha insegnato e, nei casi in cui questi comportamenti sono venuti alla luce, AGRIMONY ha sempre offerto un aiuto certo permettendo che le persone si librano l'impronta del dolore da cui nascono i suoi disagi. In altri prendere questa essenza ha fatto in modo che questi contenuti venissero alla luce del sole. Liberarsi dei "Tormentatori" interni o esterni è un compito che AGRIMONY conduce con efficacia. Non sempre gentilmente, ma sempre inondando il nostro cuore di un profondo senso di sollievo, pace e liberazione.







Agrimony: L’ipocrisia, la maschera
Una possibile trasformazione di AGRIMONY è l'ipocrisia, la scoperta che anche lui può essere in grado di danneggiare gli altri giustificando il suo comportamento sulla base dello starsi difendendo da un attacco, ma compiendo tale attività ostile in una forma occulta e mascherata.

Il motivo di partenza è la paura, al quale si aggiunge un forte sentimento di odio esistenziale, tra queste due emozioni, un rapporto di inibizione risultato del coraggio bloccato, si nasconde sotto la forma di cameratismo, con lo scopo di ingannare inconsciamente la vittima, suscitando la sua fiducia e così averla alla sua mercé, quando scarica la sua aggressione. E questo accade anche se si afferma l'amore, perché, consapevole o no, la sua azione è quella di danneggiare l'altro che ama.

Un esempio di questo comportamento ipocrita è quello che, AGRIMONY, dominato dall'ombra, sviluppa verso i bambini (figli o no) coloro che in realtà detesta ed non sopporta, in parte per la naturale spontaneità e ingenuità dei piccoli, che mostrano come in uno specchio quello che lui ha perso nella vita. Tali sentimenti ostili, sono protetti e contenuti e AGRIMONY sembra una persona preoccupata e benigna con i bambini, una persona che ama intrattenerli e divertirli quando in realtà sente tutto il contrario. Non è un lato piacevole di questa essenza ma vale la pena tenere conto di questa osservazione per non confondere tale comportamento con un'altra essenza.

Si insiste molto sulla relazione dell’archetipo della maschera con AGRIMONY. La funzione di questo archetipo è coprire e difendere il soggetto degli impatti e le sollecitazioni dell'interazione sociale. Cura la propria intimità e dà riparo ai suoi aspetti privati e personali o a tutto ciò che, in modo non cosciente, desidera proteggere. In questo modo impedisce  che l'identità sia esposta, in carne viva, in balia delle pressioni della gente ma, non impedisce di rinchiudersi dietro un muro da cui non può uscire più.

Ognuno ha una immagine ed un ideale che lo guida interiormente nello sviluppo del modo in cui presentarsi davanti ai suoi simili e comunicare con loro affinché tutto sia favorevole e porti all’accettazione. Questo fa sì che la maschera sia un importante fattore di adattamento che facilita il raggiungere livelli ottimali di convivenza, cooperazione e scambio.

Il contatto con questa energia permette di renderci conto che sembrare ed essere sono due cose diverse e che l’apparenza esteriore non è la sorgente adatta dove bere per ottenere approvazione e che, il mascherare il dolore non è il modo migliore per evolversi, poiché, sacrifica l'essere per un’apparenza immaginariamente degna e conduce al sentimento di vuoto e di perdita di identità.

In questo senso, il AGRIMONY, si relaziona con l'archetipo del Giullare che è un'immagine del "bambino interiore" ludico, spontaneo e sensuale ma, anche, amorale, anarchico e irriverente. È l'energia che porta la persona a provarlo completamente anche il proibito e in questo senso si lega con un'altra essenza floreale: CHERRY PLUM.
Molte volte, questa forza si attiva nei momenti di sofferenza, ad esempio, di fronte alla morte di una persona amata.

Allora, se la persona è prigioniera di questo archetipo, è possibile che metta "buon viso a cattivo gioco" e funzioni come se non fosse successo niente, come se il dolore non lo riguardasse. Ma, la verità è che quando questa forza si trova bloccato inizia circolare nel sottosuolo e diventa un'energia negativa, che tortura e disgrega l'Io e gli impedisce di essere autentico e creativo.







Agrimony e Chicory
Tra MIMULUS e CHICORY, AGRIMONY si addossa la paura di vivere del primo, così come, il comportamento istrionico del secondo. Di modo che, affrontare l'analisi di questo tratto di maschera (l’istrione), non solo ci addentra nell'aspetto CHICORY di AGRIMONY, ma ci mostra, ancora una volta, come, ogni fiore, è un filo che intreccia un tessuto dove tutti sono connessi tra loro e dove ogni essenza implica le altre. Inoltre, con l'obiettivo di sostenere questo legame che stiamo mettendo in evidenza, tra AGRIMONY e CHICORY, possiamo chiederci se il fatto di non dire a chi ama le ragioni del suo soffrire, per evitare che si preoccupi (AGRIMONY), non comporti una quota di cura per l'altro nel miglior stile CHICORY. Cioè, lo stile di non riconoscere l'altro come una persona responsabile e capace di prendere le proprie decisioni.

Escludere, per qualunque ragione, chi si dice di amare dalle vicissitudini della nostra vita, è un atto che racchiude una quota di crudeltà. E, tra l'inquisitore AGRIMONY e il severo, freddo e rigido CHICORY, che descrive Bach, non c'è molta distanza, salvo che il primo tortura se stesso, mentre il secondo gli altri. In un certo senso, è come se il passaggio da AGRIMONY a CHICORY comportasse una esternalizzazione dell'aggressività, il mettere fuori il torturatore interno.

AGRIMONY non si permette di essere eretico, CHICORY non consente l'eresia. E soprattutto l'uso di questa parola, perché in entrambi i fiori entra in gioco un tema legato alla verità e l'errore. La verità di ciò che sono (AGRIMONY) e l'errore di quello che fai (CHICORY). In realtà la parola eresia allude a pensare diversamente, introdurre un modo di vedere le cose diversamente che entra in conflitto con ciò che è stabilito o accettato. Se si guarda bene, entrambi i fiori possiedono una certa quota di dogmatismo che impedisce loro di mettere in discussione il modo in cui funzionano nella vita.
 
Ecco perché l'eresia, e ' un esercizio di libertà di scelta, una opzione che CHICORY non permette e AGRIMONY non si concede. Entrambi, dovrebbero esercitare un atto di apostasia, ossia rinunciare alla religione di tormentarsi o tormentare, nell'intento di sostenere una verità che, evidentemente, conduce alla rovina. Prendere quei fiori conduce alla singolare "bestemmia", di aver osato di essere irriverente, vale a dire la qualità di essere spontanei, qualcosa che manca ad entrambi i tipi floreali. Inoltre produce un effetto significativo.

L' eresia nasce da una divergenza sul significato di verità, precisata come dogma. Si sviluppa, contemporaneamente, nel piano mentale, dalla presenza di un'opposizione alle proposte esistenti -  certamente condotta molto VERVAIN, fiore che segue CHICORY nella scoperta di Bach, sul piano affettivo e sul piano comunitario. Il rifiuto di ciò che è diverso comporta l'impossibilità pratica di vivere in fratellanza con coloro che si sentono, si comportano o pensano in modo differente e, molte volte, ad esercitare una condanna e fino alla repressione, per questo che è considerato come insubordinazione. Tuttavia, comunque, torturatore e torturato, oppressore e oppresso, inquisitore e eretico, sono entrambi all'interno di ognuno di noi. Allora, coniamo una frase: AGRIMONY è un divergente represso, un eretico contenuto per la paura di volare a suo piacimento. Forse, connesso con l'oppressore-inquisitore esterno, CHICORY, lascia intravedere ad AGRIMONY, una risorsa (vedere al di fuori quello che lui si fa dentro se stesso) per smettere di maltrattarsi e punirsi.

Tra tira e molla, labirinti e desolazioni che sono diventati tormenti, AGRIMONY sembra, a volte, sdraiarsi su un lato quasi isterico del funzionare nella vita. Non credo che nessuna categoria diagnostica sia capace di racchiudere la vitalità di una personalità floreale ma, tuttavia, i paragoni permettono districare, a volte, alcuni nodi.







Agrimony: L’Istrionico, essere al centro
In un certo senso, se in un lato di AGRIMONY c’è l'Inquisitore dall'altro potremmo mettere l’Istrionico. Istrione era l'attore teatrale nell'antica Roma, una persona che intrattiene il pubblico con i suoi costumi e per estensione, e in un maniera colloquiale, questo termine si riferisce a chi si esprime in maniera esagerata, come di solito fanno gli attori. In modo tale che, intrattenere la gente, travestirsi, comportarsi con teatralità e drammaticità, sembrano essere alcuni dei tratti essenziali dell’istrione. E, a questo punto, la personalità istrionica, come AGRIMONY, impregnata di una tendenza, che sembra naturale, verso la teatralità e che nasce da una grande necessità di essere ammirata e stimata da altre persone.

Quindi, da questa lato, sono persone inclini a richiamare l'attenzione degli altri, sia per le proprie opinioni, sorprendenti e a momenti insolite (dove assomiglia a VERVAIN), nel suo modo vistoso di vestirsi o adattato alla moda (molto vicino, in questo, a WALNUT), come tono emozionale amplificato (vedi HOLLY) e in una certa perdita di autocontrollo che lo porta a cadere in un eccesso comportamentale e di coinvolgimento. La sensazione di chi lo osserva è che si tratta di qualcuno che sta impersonando un ruolo senza sapere, nemmeno, che lo sta facendo. Terribile tragedia ignorare questa prigione in cui si è chiuso.

È un curioso notare come, AGRIMONY, si annoia e si abbatte alla normale routine, e a tutto ciò che comporta monotonia e ripetizione della stessa cosa. Oserei dire che, come WILD OAT, più che noia, lo stato emotivo che lo pervade, è tedio. E, questo, spiega la ragione per la quale disagio esistenziale, che si abbraccia qui, con la tristezza tragica, tipico tema bipolare, è invertita per questo fiore. A somiglianza di VERVAIN e WALNUT, possiedono un'eccessiva ambizione per il nuovo e le novità.

Questo rispetta la finalità, nel suo mondo interno, di assicurare un apparente sentire la vita, che è solo, in realtà, un'esperienza intensa senza profondità, soprattutto con quello che è collegato all'amore e ai legami affettivi. Eccessi sì, profondità no. Per questo motivo AGRIMONY è un militante attivo nella ricerca di esperienze emozionanti, diverse e contrastanti.

Questo panorama, già di per se inquietante, peggiora, al percepire che AGRIMONY, odia le cose normali, poiché, e qui un contatto con WATER VIOLET, le concepisce come volgari e poco divertenti. Questa mappa che andiamo delineando ci porta direttamente a un aspetto dell'ombra AGRIMONY: il suo profondo egocentrismo. Una condizione che lo porta ad optare per lo strano, il diverso, l’inaudito e l’inutilizzato. Per quel sentiero realizza che gli altri lo prendono in considerazione, gli danno attenzione, lo guardano. Perché hanno bisogno di questo? Ecco il punto cruciale: cercare e riuscire ad essere al centro significa, per loro, esplicitare il proprio sentimento represso di sentirsi geniali e persino superiori.

È suggestivo un fatto che la clinica associa in questa direzione di "genio" che si lega con un'altra condotta AGRIMONY: la sua tendenza al romanticismo. Per qualcuno avvolto nelle ali del romanticismo le persone geniali possiedono tratti e talenti distaccati e poco comuni, che si manifestano nei vari settori della loro vita. Da qui la stravaganza come un modo per differenziarsi dalla gente comune. La stravaganza AGRIMONY è, allora, un modo forzata di provare che si riconosca il suo carattere unico e speciale. E lo fanno per l'inconsistente identità che, nel profondo del suo cuore, sentono di avere.







Agrimony: Fantasia ed immaginazione
Come CLEMATIS, AGRIMONY è propenso a navigare attraverso il telaio della fantasia, a sognare da sveglio, a pretendere di vivere un'esistenza romanzata, piena di trame estranee alla realtà, ma incarnata in una storia. Questo è un punto di differenza con CLEMATIS, dove la narrazione storica non conta e in cui l'idealizzazione gioca un ruolo che in AGRIMONY manca. Fuggire verso la fantasia e costruire una leggenda chimerica sono processi collegati ma diversi, così come lo sono il sogno e la visione. CLEMATIS fonda un universo statico mentre AGRIMONY sviluppa un viaggio. Entrambi esplorano il sottile ma il fine e gli strumenti con cui lo fanno sono diversi. Entrambi fondano miti ma il primo è su personaggi e il secondo su percorsi. Così, come VERVAIN fa dei miti la verità, AGRIMONY dei miti fa storie e, a entrambi, piacciono le narrazioni.
 
Ricorrere in modo smisurato e improprio, allo strumento immaginativo, sia come un'evasione, per soddisfare desideri insoddisfatti o inaccessibili, negare la realtà o per allontanare il dolore delle nostre vite, ci allontana, gradualmente, del contatto con le situazioni reali della vita. Questo in AGRIMONY consiste, in una tattica immaginativa che lo sposta, a poco a poco, in un universo personale, intimo e separato dagli altri e da sè stesso, così com'è in verità, dal quale, l'ambiente in cui abita finisce per essere insufficiente e frustrante. Così, questa percezione, fa che, AGRIMONY, rimanga intrappolato nell'essere una persona permanentemente insoddisfatta. Scontento di se stesso, doloroso, insaziabile e ansioso che non confronta con altri dispiaceri o delusioni come le altre essenze BEECH, GENTIAN, WILLOW o WILD OAT.
 
Le persone AGRIMONY solitamente sono molto creative. Questa capacità di produrre non tende, in generale, verso il piano intellettuale, ma si orienta verso la sfera artistica e affettiva, in particolare, negli spazi nei quali è notevole e importante gesto, intonazione, parola, insomma l'espressione viva e la presenza, come accade nelle arti come il teatro, cinema, danza, ecc. E, questo, non solo per il fatto che le sue risorse personali sono più concentrate sull’intuizione, affetto, ispirazione e empatia, rispetto alla mente, riflessione o ragionamento, ma perché le attività artistiche menzionate, presuppongono essere eventi che stimolano, che sono osservati e ammirati. Un massaggio all'ego cosa di cui sembrano avere bisogno per mantenere la propria autostima alta.

Inoltre, ovviamente, si aggiunge il fatto di essere azioni che fanno divertire e intrattengono. Alla pari delle azioni creative è comune che siano molto suggestionabili, ricettivi e influenzabili, dove le conferme e le spiegazioni affettive soggiogano e sono al di sopra delle logiche e probabili. In AGRIMONY, il sentire domina il pensiero. Prendere le distanze dal sentire, per loro, è come stringere la sabbia tra le mani.







Agrimony: Creare relazioni
Facciamo una valutazione globale, anche se non esaustiva, del comportamento relazionale di AGRIMONY. Credo che il nocciolo della questione relazionale di questa essenza è la difficoltà di riempire di affetti adeguati gli incontri. Possiede una grande capacità di stabilire legami ma manca dello stesso talento per creare relazioni. E, questo è dovuto al fatto che una relazione suppone vivere e sentire i legami autentici. Questo è il motivo che, molte volte, l'altra persona finisce per sentirsi un nulla, con il passare del tempo in un legame sentimentale con AGRIMONY.

Nei suoi rapporti con gente sconosciuta, esterna, estranea alla sua solita cerchia o con quelle con le quali ha scarsa confidenza o intimità, si mostra in modo premuroso, gentile, cordiale, caldo, bello, allegro, sensibile, adulatore e seducente. Tuttavia, basta possedere un po' di empatia per rendersi conto che si tratta di emozioni inaffidabili e non autentiche. Con quella condotta provano a fare bella figura ed affascinare e, in questo modo, ricevere accettazione, approvazione, consenso e maggiore valutazione da parte della gente davanti a cui si trovano. Questo è loro indispensabile per far crescere l'immagine che hanno di se stessi, cioè la loro stima e valutazione personale così ferita.

Lo chiedono in maniera furtiva e nascondendo il fatto che cercano, lusinghe, lodi e complimenti di altre persone. Ringraziano molto per questi, ma non resistono, con lo stesso temperamento, alle critiche e rimproveri. La vivono come un attacco alla propria identità, sebbene generalmente affermino che i commenti degli altri su di loro non li tocchino. Tutto ciò è dovuto al fatto che sono persone che conservano una profonda ipersensibilità emotiva che proviene da una ferita aperta circa la sicurezza su loro stesse.

Un altro fatto interessante del loro comportamento sociale è la naturalezza con cui idealizzano certe persone che conoscono appena e gli è naturale farlo così. Questo però è un fuoco di paglia. Andando avanti nella relazione, una piccola cosa che li infastidisce nel comportamento di quella persona, la fa cadere nella delusione e disillusione. Allora, della estrema idealizzazione passano alla denigrazione. Questo ci parla della ridotta capacità di tollerare la frustrazione che nutre il suo Io, la superficialità dei propri legami affettivi e la libera inclinazione dei suoi desideri che non si attengono a ciò che veramente sente.







Agrimony: La vanità
Ci siamo riferiti a come il tipo AGRIMONY, si relaziona con sconosciuti in una dinamica singolare, un legame intenso, immediato e superficiale. Una situazione in cui si scopre, la presenza di un Io dominato da una scarsa tolleranza alla frustrazione e avvolto in una contrastata ipersensibilità. Tuttavia, nell'ambiente familiare e con persone affettivamente vicine, il suo comportamento è ben diverso. In quel contesto, implicati in legami che coinvolgono rapporti di intimità che non si possono ignorare, escono alla luce alcuni tratti difensivi della sua personalità che, per inciso, non sono molto piacevoli, come una scarsa modestia che rasenta quasi con la vanità.

È interessante questo punto, poiché, la vanità non è solo una credenza esagerata sui propri valori ed abilità, bensì, come una attrazione che si cerca di provocare negli altri. Qualcosa che AGRIMONY cerca di sviluppare giorno dopo giorno. Ma dall'anima, oltre che dall'aspetto psicologico. La vanità consiste nel dare tutta la fiducia, in modo assoluto, alla vita terrena, al mondo e alle sue attrazioni, il che comporta che, colui che si trova immerso per questa inclinazione sente che la sua anima non ha bisogno di Dio.

Penso che questo sia uno sguardo che apre enormi prospettive di comprensione del vuoto esistenziale che colma AGRIMONY e che lo porta anche a desiderare di morire. Non si tratta solo di una profonda tristezza o un tormentato vissuto di desolazione, ma di un trascendente insensato, frutto del fatto che, prigioniero dell'idolatria delle sensazioni e della sensualità, il suo atteggiamento lo porta a rifiutare la divinità nelle faccende della vita quotidiana. Come Lucifero, in quello stato, è un angelo caduto, ossia uno spirito che dal cielo è sceso ad abitare l'inferno, è scivolato dalla Pace Perfetta al tormento.
Coloro che mi seguono quotidianamente, sanno del mio amore per l'opera di Friedrich Nietzsche. In uno dei suoi testi, Aurora, fa un commento curioso: "la vanità è il timore di apparire originale; indica quindi una mancanza di orgoglio, ma non necessariamente una mancanza di originalità." Il timore di apparire originale che conduce a AGRIMONY a mimetizzare con gli altri. Originalità, un lato di questa essenza che è necessario esplorare, dato che sembra che un compito della sua vita è, giustamente, ottenere esprimere la sua autentica originalità. Dopo tutto, la vanità è come lo stomaco che soddisfatto nelle sue esigenze diventa un organo clemente, mentre, prigioniero della carenza, vissuta come fame si trasforma in tiranno. Un despota che AGRIMONY mette in scena come il suo Inquisitore interno che lo tortura e a cui chiede di mettere a tacere i propri modi sbagliati.

Abbiamo parlato di vanità. Alcuni dei lettori di questo post mi hanno manifestato la loro sorpresa e, anche, il loro disaccordo su tale punto di AGRIMONY. Non cercherò di convincerli. E ' solo la pratica clinica che io ho vissuto con pazienti e non una verità. Così, forse, è una conclusione che non è supportata in più rispetto al mio esercizio terapeutico. Solo il tempo ce lo dirà. Nel frattempo, lo metto sul tavolo come una segnale su questa essenza, con la sola intenzione di condividere un'esperienza.

Andiamo avanti. Stiamo affrontando i legami stretti che AGRIMONY ha e come si comporta con loro. La vanità, con frequenza, li porta ad essere compiaciuti e fino scortesi e compreso, fino al punto di essere offensive e crudeli, con le loro parole e osservazioni. Lì, la battuta, che solitamente loro hanno a fior di pelle, si trasforma in sarcasmo. E, in coerenza con una relativa immaturità affettiva, la derisione è associata ad una modalità capricciosa ed esigente. Perché questo comportamento? È che c'è in loro una pulsione che li cattura: distruggono quello che amano.
 
D' altra parte, come gli costa essere responsabili dei loro fallimenti, sconfitte, delusioni e problemi, è facile incolpare gli altri dei propri mali e, quando lo fanno, esprimono il loro malessere in modo esplosivo che può arrivare addirittura ad una forte manifestazione di rabbia.

Tutto questo quadro fa sì che, quando sono sotto in questa modalità, la famiglia e gli amici non sanno molto bene come comunicare e avvicendarsi con loro, poiché, qualsiasi interazione si riveste di un carattere tempestoso. E, a questo si aggiunge che, al pari di CHICORY, sviluppano con assiduità, strategie manipolatrici, come il ricatto affettivo, con l'aggiunta, qui, di tentativi di suicidio che producono una commozione negli altri che li circondano.
Il quadro si aggrava da una ragione essenziale: in fondo sono persone vulnerabili e dipendenti, che soffrono enormemente.

Forse, alcuni lettori di questo scritto, guardano con un certo stupore questi commenti ma, la clinica, dimostra, ogni giorno, i fatti che narro. Allo stesso modo, non crediate che ho dimenticato le risorse che questo fiore fornisce o del suo lato autentico, spontaneo, creativo e ricco di pace. Affatto. Solo che mi è sembrato importante per l'arte clinica della terapia floreale, scoperchiare un mondo che non è sempre messo in evidenza.







Agrimony: Dipendenze e stimolanti come anestetico
L' esperienza AGRIMONY, in frequenti occasioni, porta la persona, a una condotta di abuso: eccesso di alcool, droghe, analgesici, sesso... tutti questi intenti tentano di anestetizzare un dolore emotivo, colmare un vuoto esistenziale, evitare il contatto con la tristezza, ma anche rimediare alle discese aggressive dell'animo che, spesso, si scatenano a causa di disgrazie, perdite, infortuni o davanti a un semplice segno negativo che qualcuno pone su di lui o sulle sue azioni.

Quindi, gli stimolanti, di solito sono un riparo in cui cercano aiuto. E, se può, per un certo tempo, offrire riparo alla stima ferita, e dare una sensazione di difesa, sono nient'altro che scudi, per l'ansia e la malinconia, che presto decadono e perdono la loro capacità di dare protezione. Alla fine, generano solo dipendenza e aumentano l'esperienza di rovina che li tormenta.

C' è un punto su AGRIMONY che attira la mia attenzione. È la dissociazione in cui vivono. La sua identità è divisa e, anche, ho visto, in persone di questo tipo, essere immerse in esperienze di depersonalizzazione. A furia di giocare a essere altro, perdono la nozione, transitoria, di chi sono realmente. In altre occasioni, succede che si sentono strani, come se fossero stranieri a sè stessi, e manifestano una condotta discordante in relazione alle loro corporeità, sentimenti ed azioni: "non riconosco il mio corpo, lo sento strano, non so come ho fatto una cosa simile ."

Questa tema non è minore e ci porta ad affrontare la questione della fragilità della struttura su cui questo personaggio si sostiene. Questa percezione è quella che ha portato, alcuni terapeuti, a generare una corrente di pensiero secondo la quale è necessario somministrare con attenzione, questa sostanza, per i suoi effetti destabilizzanti. Non mi sembra che sia una raccomandazione fondata sull’essenza in sè, ma rispetto alla condizione di chi la prende o nel non sapere cosa fare se questo accade.

Le cure terapeutiche suppongono una valutazione della natura dello stato dei pazienti e con assiduità, i clienti che presentano un quadro AGRIMONY, sono persone bipolari e la loro organizzazione emotiva e non l'essenza che li porta a sviamenti emotivi. Al contrario, ho visto come AGRIMONY, tende a salvare questi pazienti della loro desolazione e il sentire senza senso l'esistenza, e ancora della loro oscillazione eccessiva. È possibile che, per mano dell'assunzione di AGRIMONY, percorrere un tratto di angoscia dolorosa ma, è proprio questa esperienza, quella che li getta sulla sponda opposta rispetto a quella in cui si trovano.







La persona Agrimony
Se immaginiamo l'incontro di una persona AGRIMONY con un terapeuta esperto ma, soprattutto, osservatore, è molto probabile che questo ci riferisca come rapporto del suo lavoro, di aver visto alcune delle caratteristiche che andiamo a menzionare più avanti, senza che sia necessario che siano tutti presenti. Ma, prima di ciò, la prima cosa che ci dice è che la persona che ha intervistato era difficile da diagnosticare e molto intelligente nel nascondere le proprie preoccupazioni e sentimenti.

Che cosa è che quel intervistatore esperto ha visto?
Ha incontrato una persona in apparenza ottimista, ridente, gioviale, piacevole e colma di un interesse per la vita. Qualcuno che è di solito bevitore sociale o consumatore di droghe, ma che, in particolare, si vede attratto, in un modo molto forte, per emozioni e sensazioni intense e, inoltre per sviluppare una grande attività. L' occhio esperto ha potuto decifrare che, questa condotta è utile per cercare di coprire una profonda e dolorosa sofferenza interiore. È che, dietro la vernice che copre con il suo mondo personale, si intravede una realtà ben diversa da quella che mostrano i suoi travestimenti. È un essere che, su ciò che è custodito nel suo interno, non parla né lo condivide.

L'intervistatore ha anche scoperto la presenza di paura. Un timore non solo per le circostanze presenti ma, soprattutto, per il domani. Tuttavia, vi ha stupito che, allo stesso tempo, fosse una persona rischiosa e temeraria, che le difficoltà e pericoli, non lo fermino, e lo ha sorpreso ancora di più, il desiderio, in lui, di eludere i tormenti personali, che la torturano, Attraverso la morte. Il suicidio come un'uscita o evasione.

Cos'altro ha osservato?
Interesse marcato per l'occulto e la magia
Gioia forzata come tono generale d'animo.
Che è preoccupato "... da qualche individuo, anche se il loro persecutore può trovarsi su un altro piano." (Bach)
Propensione alla teatralità, ad attirare l'attenzione e drammaticità.
Senso tragico dell’esistenza
Personalità suggestionabile e influenzabile
Necessità di essere stimata, apprezzata e accettata che la porta a una eccessiva dipendenza del giudizio degli altri.
Ipersensibilità affettiva.
Inclinazione a gestire la vita da un punto di vista affettivo.
Molta fantasia romanzata.
Poco autocontrollo emozionale.
Disagio di fronte a situazioni nelle quali non è il centro dell’attenzione.
Seducente. Usa molto l'aspetto fisico per generare essere presa in considerazione
Espressione emotiva superficiale anche se può essere intensa
Condotta artificiale e incostante
Vive con maggiore intimità delle sue relazioni, di quello che, in realtà, lo sono.








Applicazioni dell’essenza Agrimony
Concludo la riflessione su AGRIMONY soffermandomi su alcune applicazioni cliniche generali di questo rimedio, ad alcuni suggerimenti di aree della sua azione, da tenere conto nella pratica clinica.

Ø  RELAZIONI TEMPESTOSE. Questo è un rimedio di base per tutti i tipi di relazioni tormentate, anche per quelle che sono delegate a comportamenti da dipendenza o nelle malattie del corpo. Quando in una coppia (di qualsiasi tipo) l'interazione si basa sulla persecuzione, intolleranza, abnegazione, noia, incomprensione, esigenze, tortura, indifferenza, immolazione, mancanza di rispetto, mancanza di amore e progetto condiviso, o in una comunicazione fallita, tutto questo sfumato in un'esperienza burrascosa della quale non si può liberare, AGRIMONY offre un servizio ottimo come rimedio per farci rendere conto che tutte le esperienze tempestose che abbiamo nella vita, sono opportunità per l'apprendimento e che rimaniamo in loro, perché ancora abbiamo qualcosa da assimilare lì. A partire da questa comprensione, AGRIMONY ci aiuta a liberarci di tutti i legami che ci danneggiano.

Ø  ALIENAZIONE RELAZIONALE. Sana l’annientamento che molti soggetti fanno del proprio Io, i propri desideri e interessi, in una relazione affettiva o lavorativa, con l'intento di essere accettati e amati e mantenere in piedi, a qualsiasi prezzo, il vincolo. Tuttavia, questo è un sacrificio inutile, perché, non porta altro che, inevitabilmente, la solitudine e la frustrazione.

Ø  BIPOLARITÀ. AGRIMONY è un rimedio di significativa importanza nel trattamento delle problematiche bipolari, poiché agisce sulla sua struttura essenziale e dà sollievo a molti dei suoi sintomi, in particolare a tutti quei comportamenti che il bipolare dispiega nel tentativo di ottenere amore e riconoscimento a scapito della sua stessa distruzione.
 
Ø  INFEZIONI. Le infezioni, sono l'equivalente organico delle relazioni tormentate ed hanno, alla loro base, un sentimento depressivo represso. Anche se può essere usato in ogni infezione ha un'azione maggiore in quelle respiratorie, uretrali, epatiche e nel sangue.

Ø  ENERGIE BLOCCATE. Nel caso della presenza di energie bloccate nelle persone, che intasano o ostacolano la sua esistenza, AGRIMONY ha dimostrato di essere un buon pulitore di questo bagaglio in eccesso, visto che, molte volte si apprezza, in clinica, che i "tormenti " che colpiscono e affliggono una persona non sorgono della propria storia, né da sè stessi, ma sono frutto di intrusioni psichiche o spirituali che vi hanno aderito.

Ø  SISTEMA DIGESTIVO. Forse per il mandato, "deglutire e sopportare tutto", il sistema digestivo di AGRIMONY spesso offre una serie di sintomi funzionali e lesioni, che lo colpiscono duramente. AGRIMONY è molto digestivo, nel senso che, come fa questo sistema, tutto l’estraneo lo trasforma in qualcosa di proprio. E, in questo modo il sistema digerente rende nutrienti gli alimenti. AGRIMONY prende gli affetti, idee, bisogni e desideri degli altri e li fa funzionare come propri. Certo è che, molte volte, quello che "digerisce" è tossico e distruttivo. Sul lato opposto si trova il sistema immunitario, che rifiuta ciò che è estraneo e accetta solo quello simile che è una dinamica molto WATER VIOLET. Due punti particolarmente sensibili del sistema digerente sono per il AGRIMONY l'intestino crasso (nascondere le pene e dolori) e lo stomaco (malcontento e repressione dell'ambizione)

Ø  SISTEMA BILIARE. Questo rimedio è fondamentale per il sistema biliare non solo in direzione alle sue azioni fisiche come nel caso di infezioni, ma anche nelle emozioni associate come occultamento, irrequietezza, mancanza di calma, assenza di sostentamento interno dove appoggiarsi e inquietudine.
 
Ø  MISTERI. AGRIMONY ama i misteri, segreti, occulto e la magia. Ma non solo è attratto da questa dimensione ma che è uno specialista nel crearla. È in grado di generare un clima di intrighi con sguardi, sorrisi, frasi non complete o facendo sentire, all'altra persona, che possiede una conoscenza o certe informazioni vitali che non è disposto a rivelare ma che gli danno un certo potere che lo rendono prezioso.
 
Ø  ABILITÀ SCENICA. AGRIMONY possiede una grande capacità di drammatizzazione nella recitazione che permette di nascondere, ad esempio, dietro una superficie di umiltà, un'ombra vanitosa e orgogliosa. Questa disposizione lo fa essere bravo nel rappresentare emozioni inesistenti al suo interno, che può creare in funzione delle esigenze del momento. Questo si ricollega, logicamente, alle personalità isteriche.

Ø  DIPENDENZE. Al di là della tendenza a sfuggire dal dolore che provoca il tormento interiore attraverso varie forme di dipendenza, come l'alcool o la droga, c'è una particolare predisposizione AGRIMONY a tappare i suoi vuoti, torture e noie interiori, attraverso il sesso e il gioco. In nessuno dei due casi  trova soddisfazione ma sviluppa una certa dipendenza compulsiva per la scarica sessuale e le scommesse che sono vissute, in una certa misura, come sfide e spazi per l'oblio.
 
Ø  RIGIDITÀ. Il nascondere e riempirsi di emozioni può avere come conseguenza la mancanza di flessibilità che può presentarsi sotto forma di sintomi di sclerosi alle articolazioni o altri tessuti e artrite.

Ø  COSE VECCHIE. AGRIMONY permette alla persona di liberarsi del peso di vecchie situazioni e eventi (emotivi o materiali) che la tormentano e che carica come un bagaglio in eccesso, come un peso morto che non permette di avanzare.

Ø  NEGAZIONE. Ad AGRIMONY costa accettare la realtà, sia dei propri problemi come di quello che accade all'esterno. In modo che eludono l’affrontare i problemi e rinviano le decisioni che possono essere conflittuali

Ø  COMUNICAZIONE DISONESTA. Questo è un ottimo rimedio per facilitare la comunicazione onesta, franca, leale, sincera, costruttiva e generosa. In particolare, quando ci sono discussioni per non temere di affrontarle e sostenere quello che uno pensa e sente.

Ø  BLOCCHI ORALI, DELLA GOLA E DEL COLLO. Tensioni che riguardano la regolazione di occlusioni, tensioni mandibolari che causano problemi dentali. Problematiche nella zona di gola e collo.

Ø  FEGATO. AGRIMONY è un grande guaritore dei problemi epatici, intossicazioni, infezioni, infiammazioni, fragilità delle unghie, secchezza gli angoli delle labbra e negli occhi, paura del futuro, sensazione di disturbare gli altri, malinconie, blocchi in ostilità .

Ø  SINTOMI O COMPORTAMENTI FREQUENTI: strapparsi i capelli, raffreddori o influenze con catarro, forfora, mangiarsi le unghie, crampi muscolari, dolori in tutto il corpo, tensione muscolare, sete eccessiva, palpitazioni cardiache, dispnea e spasmi respiratori, oppressione al petto, convulsioni , eruzioni cutanee, irritazioni e vesciche sulla pelle, mal di denti, prurito estremo, intossicazioni, avvelenamenti e qualsiasi sintomo che sia "tormentoso".




Scritti tratti da https://www.facebook.com/eduardohoracio.grecco   11/2/2017
Liberamente tradotto da Antonella Napoli - Le parti in neretto, i titoli e la formattazione non sono dell'autore, ma le ho inserite per una più veloce e scorrevole lettura



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La floriterapia non è una terapia medica, non costituisce diagnosi e cura medica e non la sostituisce in alcun modo. Le essenze floreali non sono farmaci e non hanno alcun effetto biochimico sull'organismo, ma agiscono solo sugli stati d'animo a livello emozionale in quanto non contengono particelle attive. Tutti gli esperimenti di autocura, interruzione o di riduzione arbitraria del dosaggio di farmaci prescritti, condotti al di fuori del controllo medico, ricadono esclusivamente sotto la responsabilità di chi li effettua.
Dr.ssa Antonella Napoli, Psicologa e floriterapeuta, P.I. 001355428886 Iscrizione OPL 16607
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